Questo è l’ennesimo articolo su Halloween che vedrete oggi
Questa mattina ci siamo svegliati e in redazione abbiamo deciso di scrivere un pezzo molto originale: un consiglio per Halloween ai nostri lettori. Insomma, siamo dei veri coraggiosi ed è una proposta editoriale che, in effetti, è a dir poco unica.
Dopo un fuggi-fuggi generale di tanti impavidi e cuor di leone, il bussolotto giornalistico ha tirato fuori i nomi di due dei nostri redattori migliori, così si sono gentilmente offerti di scrivere un articolo a venti dita, sprofondando nella discarica dei cliché.
Che dire, a loro la parola. E grazie per il servizio reso alla comunità.

Batman: il lungo Halloween.
A: In realtà Halloween a me piace. Ho buoni ricordi dei trentuno ottobre passati, e sono lievemente infastidito quando leggo di festività “importata”; ecco, è sicuramente così sul piano formale, ma mi sono sempre chiesto perché gli ex adulti, adesso quasi vecchi, non abbiano pensato se tutto sommato qualche bambino si fosse divertito durante questa giornata, se ne avesse comunque percepito un sapore particolare, invece di fare roba del genere.
Maledetti grammofoni e capelloni, hanno distrutto il mondo.
Comunque, l’occorrenza è perfetta per (ri?)leggere Batman: il lungo Halloween di Loeb e Sale. Opera seminale sul pipistrello e che compone – insieme a Vittoria Oscura, Cavaliere Maledetto e Catwoman: Vacanze Romane – una personale tetralogia dei due autori sull’universo batmaniano, il lungo Halloween in realtà spalma le sue vicende attraverso tutte le festività annuali, una lunga indagine su un killer in perfetto stile noir e che, grazie anche alle meravigliose tavole di Sale, si muove in un perfetto equilibrio tra la grande regia de Il Padrino e i fumetto supereroistico tradizionale. Non è un caso che Cristopher Nolan, nel dirigere The Dark Knight, l’abbia considerata la sua principale fonte di ispirazione; e, osservando il risultato finale – in particolare la costruzione del personaggio di Due Facce – il tutto risulta decisamente evidente. Tra l’altro, è il seguito ideale di Anno Uno di Frank Miller e del discorso iniziato da quest’ultimo sull’impatto dei supereroi nella società reale. Notevole è anche la trasfusione del concetto di colpa e discesa negli inferi scorsesiano, a cui – anche sul lato grafico – l’impostazione di alcune tavole è decisamente debitrice.

Un frame di “Epidemiology”, Community.

Undead Nightmare, quando Rockstar faceva ancora DLC Single Player.
Si, ammetto che avevo pensato di parlare di Halloween di John Carpenter, ma c’è un limite anche all’essere banali.

Un frame di The Witch.

Sembra il solito teen horror? Rimarrai sopreso.

Zucche di Halloween e Medievil: connubio perfetto.