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Peter Pan, il bambino che si è trasformato in demone.

Peter Pan è di certo una delle storie più amate dai piccoli. Il motivo è scontato: il racconto del bambino che non voleva crescere e dalla capacità di volare grazie ad una polvere fatata ha ammaliato generazioni e generazioni di grandi e piccini.
“Essere amati” ed “essere banali” sono però tutt’altro che sinonimi.
La storia editoriale e cinematografica del personaggio è, infatti, dinamica e spesso non fedele alle radici del protagonista letterario di J.M. Barrie.
Ma andiamo con ordine.

Chi è Peter Pan?

Tutti i bambini crescono. Tranne uno.

James Matthew Barrie, Peter Pan, traduzione di Pina Ballario, Mondadori, 2005.

L’immagine più riconoscibile, entrata nella mentalità comune, è quella del lungometraggio animato dal titolo Le avventure di Peter Pan del 1953, rilasciato dalla Disney.

Peter viene raffigurato come un bimbo dai capelli rossi e le lentiggini dalle orecchie da folletto, piaga del suo acerrimo nemico Capitan Uncino e padrone della sua Isola che non c’è.

Nel 2002 la multinazionale statunitense ha rilasciato in home video il sequel, Peter Pan – Ritorno all’Isola che non c’è, nel quale la protagonista è Jane, la figlia di Wendy.

Peter Pan della Disney, 1953
Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015)

L’elenco delle trasposizioni cinematografiche risulta abbastanza numeroso: dal Peter Pan (1924) di Herbert Brenon, al Peter Pan (2003), versione dai rivolti sentimentali, interpretato da un giovanissimo Jeremy Sumpter; Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015), una sorta di prequel e disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix. Memorabile è Hook – Capitan Uncino (1991), nel quale Robin Williams si cala nei panni di un Peter ormai adulto e padre.

Una serie TV di particolare interesse che ha visto un’interpretazione particolare del ragazzino è la terza stagione di Once Upon a Time (2011-2018), nella quale si vede un Peter Pan del tutto rivisitato.

In pochi sanno chi c’è dietro a questo personaggio: chi è davvero Peter Pan? Cosa ha affascinato i registi e sceneggiatori negli anni a realizzare film e serie tv incentrate su di lui?

Il personaggio letterario di J. M Barrie.

La creazione di Peter Pan è da ricercare nella scrittura e nel genio di J. M. Barrie (1860-1937). Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere o Peter Pan e Wendy è la più celebre opera di Barrie, uscita in forma di piece teatrale nel 1904 e poi di romanzo nel 1911.

Illustrazione del libro di Barrie

L’ispirazione per il personaggio gli venne un pomeriggio placido mentre, seduto su una panchina nei Giardini di Kensington, osservava giocare i figli di una coppia di londinesi, Sylvia e Arthur Davies.

Un pomeriggio per creare una leggenda che lo renderà immortale.

È interessante, in proposito, menzionare il film che riporta la vicenda, Neverland – un sogno per la vita (2004), nel quale Johnny Depp da voce e corpo allo scrittore inglese mentre Kate Winslet ricopre il ruolo di Sylvia Davies.

Neverland- Un sogno per la vita (2004)
Un demone o un bambino vestito di foglie?

Barrie, nella sua opera, non è preciso riguardo alla descrizione fisica di Peter: il ragazzino del romanzo è diverso da quello dell’opera teatrale.

Se il romanzo spinge a sovrapporre l’immagine canonica del ragazzino più amato dai bambini, nell’opera teatrale Peter assume tratti demoniaci. Non più bambino ma essere metà uomo metà uccello, per sua scelta personale.

Illustrazione.

Nel mito di Barrie, tutti i bambini sono spiriti di uccelli reincarnati provenienti dai Giardini di Kensington, detta Isola degli Uccelli. I bambini dimenticano lentamente la loro precedente natura man mano che crescono, fino all’età adulta.

Il destino di Peter è diverso: è lui stesso a decidere di non voler crescere mai e, quindi, di rimanere intrappolato in questo limbo per l’eternità.

E ne paga le conseguenze: la sua è una continua ricerca della madre che doveva renderlo adulto, alla quale lui stesso ha rinunciato. La parte demoniaca è proprio quella parte adulta irrealizzata: un’anima fossilizzata nell’eterno dolore infantile della mancanza.

Di demoni e statue.

Non vi traspare il demone che è in Peter.

J.M. Barrie

Queste sono le parole che Barrie disse alla vista della statua della sua creatura il primo maggio 1912, posta nei Giardini di Kensington. La scultura ritrae il bambino vestito di foglie mentre suona il flauto di Pan che siamo abituati a vedere.

Statua di Peter Pan.

Ci sono altre versioni ed interpretazioni della figura di Peter Pan: un demone o un folletto che rapisce i bambini e li fa morire. Ecco sfatata l’allegra brigata dei bimbi perduti, non crescono mai perché sono morti.

Un’altra versione vedrebbe Peter come un angelo che accompagna l’anima dei bambini defunti all’Isola che non c’è, metafora del Paradiso.

Due Peter a confronto

La figura di Peter Pan è stata letta ed interpretata in vari modi: due versioni da porre agli opposti sono quella del film del 2003, Peter Pan, e il Peter protagonista della terza stagione di Once Upon a Time (andata in onda tra il 2013 e il 2014).

La trama del film del 2003 non differisce particolarmente dalla versione animata del 1953: è ambientato nel 1904, le vicende risultano essere più o meno le stesse.

Peter Pan (2003)

L’unica differenza è il risvolto teen, che lo ha reso uno dei titoli più amati dalle adolescenti: l’eterno bambino Peter viene sostituito da un preadolescente biondo (Jeremy Sumpter), che ha rubato il cuore a milioni di ragazzine. L’infanzia e il gioco entrano in dissidio con la scoperta dei sentimenti e il temutissimo diventare grandi. Anche in questo adattamento, Peter rimane un personaggio assolutamente positivo, lontanissimo dal bambino-uccello delle illustrazioni del romanzo di Barrie.

Di tutt’altro avviso è il Peter Pan che si vede nella terza stagione di Once Upon a Time. Dimenticate il bambino di buon cuore, coraggioso e leale. Ecco servito un cattivo di tutto rispetto: il personaggio viene inserito agilmente nella storyline della serie (nessuno spoiler, tranquilli!) e contribuisce a renderla più avvincente. Dal punto di vista della caratterizzazione fisica sembra conformarsi ai suoi “colleghi”: stesso sguardo furbetto, capelli rossicci. Un Peter Pan in piena regola, calzamaglia verde compresa!

Once Upon a Time

Quello che lo rende interessante e diverso da tutti gli altri è la componente psicologica: sembra ci sia un’avvicinamento alla creatura che intendeva rappresentare Barrie.

Il Peter di Once Upon a Time non solo è cattivissimo (di quella cattiveria infantile e dispettosa) ma racchiude in sé tutti i temi che gli ruotano attorno. È un qualcosa che va al di là del mito dell’eterna giovinezza: Peter è schiavo del suo egoistico senso di conservazione, anaffettivo e disinteressato ad interessi che non siano i propri. È privo di scrupoli: non esita a sacrificare qualunque cosa pur di mantenere intatta la sua condizione. Il suo sogno è la sua condanna: destinato a rimanere a metà, a non essere mai del tutto felice. Nel corso della serie lo vediamo spavaldo fino alla fine, a difendere con le unghie e con i denti ciò che ha conquistato.

Peter Pan: emblema del nichilismo.

Tutti i bambini, tranne uno, crescono. Lo sanno presto che cresceranno e Wendy lo seppe a questo modo.
Un giorno, quando aveva due anni, giocando in un giardino, colse un fiore e lo portò di corsa a sua madre.
C’è da pensare che la bimba, in quell’atteggiamneto, sembrasse deliziosa poiché la signora Darling appoggiò le mani al cuore ed esclamò:
<<Oh, perchè non puoi restare così per sempre?>>
Questo fu tutto quanto passò tra di loro sull’argomento, ma, da allora, Wendy seppe che sarebbe dovuta crescere.

J. M. Barrie, Peter Pan, 1911. Incipit.
Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015)

Alla luce di questa analisi viene naturale chiedersi: rimanere fedeli all’immagine chiaramente edulcorata di Peter oppure riflettere? Le rilevazioni sconcertanti su questa figura aprono una finestra di autoanalisi personale: forse, un po’ tutti ci siamo sentiti dei bambini perduti, almeno una volta. Peter Pan potrebbe essere l’emblema di ogni volta che non affrontiamo le nostre mancanze, dell’altra faccia della medaglia. Di un nichilismo doloroso, che corrode dentro.

Certamente la risposta più semplice risulta essere la prima, forse più facile e meno impegnativa, ma, guardare con più attenzione questa figura, simbolo dell’infanzia dionisiaca, potrebbe essere l’inizio di una riflessione su se stessi.

Prossime uscite.

Sulla scia dei live action, il magico mondo di Peter Pan sarà nuovamente protagonista di un nuovo film per Disney+, in uscita nel 2022. Di recente sono iniziate le riprese a Vancouver, in ritardo a causa della pandemia mondiale. Nel cast la presenza di Jude Law (Capitan Uncino), Alexander Molony (Peter Pan) ed Eve Anderson (Wendy).

Peter e Wendy (2022)

Le premesse sembrano ottime, attendiamo la visione del film. Fino ad allora: “seconda stella a destra, poi sempre dritto fino al mattino.”

AS