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300 di Frank Miller e l’influenza di Erodoto

Recentemente abbiamo assistito a una rosea fioritura del mercato dei fumetti supereroistici, innescata anche dal ritorno in auge del filone dei film legati agli universi Marvel e DC Comics. Nel 2007, a pochi anni dall’effettivo boom, veniva proposto nei cinema un fedelissimo adattamento cinematografico del fumetto 300, di Frank Miller, un racconto para-storico sulla battaglia delle Termopili realmente avvenuta nel 480 avanti Cristo.

Si è ampiamente disquisito riguardo alla qualità delle due opere, sia in termini artistici sia per quanto riguarda la veridicità storica di quanto messo in scena. Il colossal Troy (Petersen, 2004) è forse uno dei motivi per cui spesso si teme di rivalutare anche le epiche vicende narrate in 300. Tuttavia, la narrazione del romanzo a fumetti di Frank Miller – che supportò il regista Zack Snyder nella controparte cinematografica – risulta molto più elaborata e solida di quanto non si possa pensare. Soprattutto per quanto riguarda un prodotto d’azione come il film, che strizza l’occhio a un pubblico interessato a combattimenti e spargimenti di sangue.

300: la battaglia delle Termopili

È proprio per questo che molti pensano di essere al cospetto di un prodotto come Troy, dove fonti storiche, epiche e leggendarie vengono parimenti stravolte per creare un film adatto soprattutto a un pubblico occidentale e, nello specifico, americano. Fortunatamente le cose non stanno proprio così: anzi, è evidente che Frank Miller non si sia limitato alla superficiale ricerca su fonti bibliografiche divulgative, ma sia andato oltre. Non si può però parlare di una narrazione completamente fedele ai fatti storici avvenuti nel V secolo a.C., benché non esistano fonti storiche certe su cui fare affidamento. Risulta quindi difficile anche per gli studiosi definire ciò che sia realmente accaduto nella stretta gola situata tra la Focide e la Tessaglia.

Erodoto e il libro VII de Le Storie

È indubbio che la fonte primaria di tale battaglia fosse Erodoto (484-425 a.C.), che nelle sue Storie (Ἱστορίαι), racconta proprio le guerre greco-persiane, oltre a descrivere un enorme numero di informazioni riguardanti tradizioni, geografia, politica e conflitti tra le varie culture conosciute nell’Asia Occidentale.

Probabilmente il lettore ne avrà già sentito parlare: le Storie sono considerate la prima grande opera storiografica del mondo occidentale. Pur non essendo basata su un metodo scientifico, rappresenta un passaggio obbligatorio dalla narrazione delle vicende di eroi – figli di dei, che dimostravano le loro virtù nell’epos (epica) e i loro lati oscuri nella tragedia – alla storia basata sulla ricerca scientifica di cui i massimi esponenti, poco dopo, saranno Tucidide e Senofonte.

Busto dello storico greco Erodoto

Studiosi antichi e moderni concordano nel dare lo stesso significato alla battaglia delle Termopili: il suo fine ultimo non è altro che la preservazione della libertà, tanto cara a noi quanto al popolo greco e, nello specifico, agli Spartani. Questi infatti, secondo Erodoto, alla richiesta di amicizia e sottomissione di Re Serse I per mezzo di un messaggero – che con zelo sottolineava le grandi ricchezze con cui sarebbero stati ricompensati – risposero:

Tu parli per aver provato una delle due cose, ma dell’altra sei inesperto: sai, infatti, cosa significa essere schiavo, ma la libertà non l’hai ancora provata: non sai se sia dolce o no. Poiché, se soltanto l’avessi gustata, non solo con le lance ci consiglieresti di lottare per difenderla, ma anche con le scuri.

Erodoto, Storie, Libro VII

Questo episodio, seppur non renda chiaro se Leonida fosse già uno dei re (Sparta era una diarchia, ndr) in carica, può essere un chiaro riferimento alla ben più impattante e cinematografica scena, entrata nell’immaginario collettivo, del:

QUESTA E’ SPARTA!

Zack Snyder, 300 (2007)

Nel momento in cui l’esercito persiano avanzava, la situazione a Sparta risultava quanto mai delicata. Le feste Carnee, in onore di Apollo, vietavano l’attività militare e furono già causa del tardo intervento spartano a Maratona. Come se non bastasse, erano in corso i Giochi Olimpici che, a loro volta, avrebbero obbligato alla tregua. Fortunatamente i cinque Efori, i magistrati più importanti che potevano influire persino sui comportamenti dei due re, considerarono il pericolo barbaro sufficiente e fin troppo imminente per non muovere guerra. In modo doppiamente sacrilego, analizzando le usanze del tempo.

Leggenda vuole, come racconta Erodoto, che venne consultato l’oracolo di Delfi, la più celebre fonte di vaticini in tutta l’Ellade. Questo rilasciò, a differenza del solito, un presagio abbastanza chiaro:

O voi, o abitatori di Sparta dalle larghe piazze:
o la vostra grande gloriosissima città viene distrutta sotto i colpi dei discendenti di Perseo,
oppure questo non avverrà; ma il paese di Sparta piangerà
la morte d’un re della stirpe di Eracle.

Erodoto, Storie, Libro VII

A quel punto Leonida convocò duecentonovantanove spartiati che potessero tramandare il proprio nome grazie a una discendenza diretta e, insieme a loro, si diresse verso lo stretto delle Termopili, unendosi come generale più influente ad altri reggimenti di “alcune migliaia da varie città”.

Inizialmente il re spartano, venuto a conoscenza solo al suo arrivo del famigerato sentiero che avrebbe permesso ai nemici di aggirare i Greci, dispose i vari eserciti con astuzia. Grazie alla natura impervia dello stretto, alla disciplina dell’esercito greco e al continuo ricambio di uomini freschi nelle prime file durante il combattimento, riuscì a respingere e sterminare prima un contingente di Medi e poi i ben più temibili Immortali, l’unità d’élite dell’esercito persiano.

Leonida alle Termopili. Dipinto di Jacques-Louis David

Secondo Erodoto, le carte in tavola cambiarono solo a causa del tradimento di Efialte: un pastore spartano il quale, convinto di ottenere grandi ricchezze, segnalò a Re Serse il sentiero che attraverso il monte avrebbe causato la rovina dell’esercito ellenico. Avvisati dalle sentinelle, i Greci tennero un consiglio di guerra, in cui Leonida ordinò a tutti di mettersi in salvo. Molti obbedirono con piacere, ma non un contingente di settecento Tespiesi che decisero di rimanere, forse anche per la vicinanza della loro città di provenienza, da proteggere ad ogni costo.

A questo punto i Greci di Leonida, convinti di andare incontro a morte certa, si spinsero molto più avanti, verso una parte più larga della gola, con i barbari che morivano in gran numero a causa della scarsa organizzazione e degli ordini discutibili dei propri comandanti. È in questa mischia che cadde Leonida, tra i suoi Spartiati che combattevano valorosamente per recuperare il corpo del loro Re.

Quest’ultima è una delle affermazioni che più ci fa comprendere come il racconto di Erodoto sia ancora molto influenzato dall’epos, nello specifico dall’Iliade (Libro XVII) e il combattimento sul corpo di Patroclo (presunto Achille). Perso il corpo di Leonida, i pochi soldati rimasti si rifugiarono in una vicina collina, dove vennero seppelliti sotto un’innumerevole quantità di dardi, poi ritrovati in una spedizione archeologica.

Il fumetto di Frank Miller

L’opera di Frank Miller si apre in medias res, con gli Spartiati che marciano. Le parole del narratore scandiscono l’avanzare delle scene, in cui già si sottolineano le celebri virtù dei Lacedemoni: la ricerca della gloria, una morte onorevole e leggendaria, la difesa della capitale Sparta, la disciplina militare estrema.

Viene subito sottolineato il carisma di Leonida, re e comandante intransigente, che ammonisce un giovane reo di essersi accasciato durante la marcia e punisce un suo capitano che si era accanito violentemente sul ragazzo. Segue, in una sorta di ulteriore affermazione dell’influenza di Leonida, un breve excursus sul rigoroso regime di educazione e allenamento (agoghé) su cui si basava la società spartana. Nello specifico, l’iniziazione di Leonida che, come tutti gli altri, raggiunta una certa età avrebbe dovuto sostenere una prova potenzialmente mortale. Il giovane, lasciato solo nella regione della Laconia e armato solo di coltello, avrebbe dovuto sopravvivere e muoversi nell’ombra. Il fumetto dà grande importanza alla freddezza e lucidità con cui Leonida riuscirà ad avere la meglio su un furente lupo, la cui pelle adornerà il ragazzo durante il vittorioso ritorno a Sparta.

Un altro flashback cambia nuovamente linea temporale: ora ci viene mostrata la causa della marcia degli Spartiati. Un messaggero persiano giunge a Sparta, chiedendo cibo ed acqua in segno di amicizia e sottomissione. Il re, irato per tale richiesta, dichiarerà di fatto guerra ai Persiani – che comunque avrebbero marciato sull’Ellade intera – trucidando l’emissario e la sua scorta.

300, Frank Miller: copertina del fumetto

Il ricordo dell’incontro con gli Efori dimostra come l’autore si sia voluto distaccare dalla realtà storica raccontata da Erodoto, descrivendo tali uomini come sacerdoti deformi, disprezzati dalla comunità, ma fondamentali per la ratificazione delle decisioni, persino dei re. Miller mostra un’interessantissima scena oracolare dove una donna, che sembra posseduta dal divino, si esprime negativamente all’entrata in guerra, prevedendo la caduta della Grecia. L’Oracolo era stato manipolato dai Persiani, che in precedenza avevano corrotto con ingenti quantità di lingotti d’oro questi magistrati/sacerdoti lacedemoni.

Non c’è dubbio che questa invenzione narrativa sia utile a elevare ancora di più la figura di Leonida, che in seguito avrebbe disobbedito agli ordini facendo una passeggiata con la sua scorta personale di duecentonovantanove uomini. Come già spiegato nel paragrafo dedicato a Erodoto, la realtà storica è ben diversa. Gli efori si erano consultati e avevano dato l’assenso affinché i Persiani venissero affrontati alle Termopili, ratificando una decisione difficile, dal momento che ci si trovava in un periodo di doppia festività che inibiva la possibilità di muovere guerra.

Il saluto con la regina Gorgo è rapito e quasi privo di passione, a dimostrazione della durezza che dovevano dimostrare in pubblico. Rapporto reso molto più romantico nella controparte cinematografica.

Torna con il tuo scudo o sopra di esso.

Frase iconica legata alla società spartana e militare

A seguito di un momento di giubilo spartano, nel vedere alcune tra le navi persiane spazzate via da una tempesta, viene presentato l’elemento che avrà una grandissima importanza narrativa: Efialte. Egli viene raffigurato come un uomo deforme, salvato dalla madre e dal padre da morte certa. A causa dei suoi problemi fisici, venne allevato lontano dalla capitale, acquisendo i duri valori spartani.

Spesso, nel nostro percorso scolastico siamo stati convinti che nelle città greche esistesse una sorta di selezione dei feti in base ad eventuali menomazioni fisiche. Sembrava confermarlo il ritrovamento di una fossa comune colma di scheletri di neonati, ad Atene. Tuttavia, degli studi hanno evidenziato, adducendo diverse prove demografiche come indizio, come il numero di scheletri ritrovati erano perfettamente coerenti con la mortalità infantile dell’epoca, che si attestava attorno al 40%.

Seguono i primi combattimenti serrati che potremmo far coincidere con la narrazione di Erodoto, in cui avanzarono per primi i contingenti di Medi, poi decimati dalla miglior organizzazione spartana. È a questo punto che entra in scena il deforme Efialte, probabilmente così raffigurato in quanto futuro traditore, riprendendo l’ideale latino mens sana in corpore sano. E lo fa offrendo un’informazione importantissima: esiste un sentiero che i Persiani potrebbero utilizzare par aggirare le forze greche.

Egli, pur essendo squadrato con orrore dagli altri spartani, viene accolto da Leonida, che spiega con calma e un pizzico di tristezza perché non possa unirsi alla falange oplitica. Efialte per vergogna tenta di suicidarsi tuffandosi dalla scogliera. Gli spartani tornano a combattere, trionfanti persino contro l’unità d’élite dell’esercito Persiano: gli Immortali.

Immortali? Metteremo alla prova il loro nome.

Zack Snyder, 300 (2007)

Efialte, salvo miracolosamente a seguito del tentato suicidio, maledice Leonida e gli Spartani e si vende al nemico, promettendo di mostrare una via utile per aggirare i Greci. A questo punto, ormai sicuro di perire, Leonida convoca Delios, ottimo oratore e narratore delle vicende, e lo invita a tornare a Sparta per raccontare l’accaduto. Questo, riluttante, obbedisce agli ordini del suo re.

In realtà, se ci basiamo sulle narrazioni di Erodoto, i due spartani con un’infezione agli occhi, Aristodemo ed Eurito, furono lasciati liberi di decidere da Leonida. Il secondo, nonostante tutto, decide di morire in battaglia, mentre Aristodemo torna a Sparta e viene ampiamente deriso dai conterranei, non tanto per la decisione di tornare in patria, quanto per non aver seguito il compagno Eurito in battaglia, difendendolo fino all’ultimo istante e morendo al suo fianco.

Nonostante la morte raggiunta nella battaglia di Platea, Aristodemo non è stato onorato. Anzi, viene nuovamente considerato un cattivo esempio di soldato: pare infatti che si fosse distaccato dalla falange, forse disperatamente, per combattere da solo contro il nemico. Insomma, un esempio negativo di ciò che non si doveva fare nella falange oplitica, forte solo finché ogni singola unità combatteva per il compagno al suo fianco, muovendosi nel complesso come un unico elemento.

Gli Spartani

Nella leggendaria scena finale, circondato dai nemici, Leonida finge di inchinarsi creando un diversivo utile per liberare spazio al fine di scagliare una lancia ed uccidere Serse, che si trova a qualche decina di metri da lui. Fallirà e i suoi verranno tempestati di frecce, causandone morte istantanea.

Spesso, prodotti americani basati su eventi storici ci hanno abituato ad un esagerato revisionismo, al fine di rendere appetibile la fruizione dell’articolo multimediale a persone non avvezze alla conoscenza della storia. Riteniamo che 300 possa essere considerato un romanzo a fumetti ben realizzato. È indiscutibile la qualità artistica dei disegni, che si poggia su una ricerca di fonti storiche accurata, nonostante qualche licenza artistica utile a rendere la narrazione Leonida-centrica.

JR