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I Sopravvissuti, di Hurricane Ivan: un fumetto che non ti aspetti

Molto spesso quando cerchiamo un’opera da leggere, guardare o videogiocare, ci capita di osservare ciò che viene proposto all’estero, specialmente dagli autori più famosi a livello internazionale. Ogni tanto accade, però, che quel qualcosa che stiamo cercando si trovi più vicino a noi di quanto sarebbe lecito pensare. È il caso del fumetto satirico I Sopravvissuti di Hurricane (all’anagrafe Ivan Manuppelli), artista italiano dal talento incredibile e con uno stile originale da far invidia a molti oltreconfine.

I sopravvissuti nasce come serie regolare a puntate pubblicata sulla rivista Linus. Dopo il cambio editoriale e la rispettiva chiusura della serie, viene raccolta in un volume unico pubblicato in Italia da Eris Edizioni, con l’aggiunta di una parte inedita conclusiva, ambientata sei mesi dopo le vicende avvenute durante il periodo di pubblicazione su Linus. Attualmente vengono pubblicati settimanalmente sul quotidiano Il Manifesto.

Ministero anti sprechi e altre creature fantastiche.

Un mondo arido come chi lo abita

Il mondo dei Sopravvissuti nasce come un riflesso avariato del nostro, o forse un’anticipazione di come potrebbe diventare in futuro. La gente è depressa e lo scopo principale di ogni individuo non è più quello di vivere ma di sopravvivere in un mondo che non ha più nulla da dare. Per farlo si è disposti a qualsiasi compromesso o sacrificio, come ad esempio vendere il proprio amico di avventure ai macellai di stato – in senso letterale – per ricavarne un singolo buono pasto che permetta di tirare avanti ancora per un po’.

Una mappa della disperazione.
Una casa della disperazione.

L’ambientazione del mondo dei Sopravvissuti è pregna di elementi cupi, a tratti disturbanti. Il terreno è per lo più arido, come l’anima di ogni singolo cittadino. Le case sono ormai dei ruderi, e si reggono in piedi sfidando ogni legge della fisica. La sensazione che si ha è quella di ritrovarsi in un mondo post-apocalittico, dove però gli elementi fantasy la fanno da padrone. Rendendo il tutto più affascinante.

Sopravvissuti, di nome e di fatto

Ma chi agita le acque di questo microcosmo?

Omino e Tacchino sono due poveri disgraziati senza lavoro e senza soldi. Provano di tutto per tirare a campare e superare la giornata; rimangono amici inseparabili, ma non esiterebbero mezzo secondo a voltarsi le spalle l’un l’altro.

Pangocciole, fidanzata low cost di Tacchino ordinata su internet, di cui non riuscirà più a liberarsene e che continuerà ad assillarlo fino alla fine.

Flessibilità.


La famiglia Varnelli composta da:
Attilio Varnelli, padre di famiglia che ha deciso di sotterrarsi sotto terra per sfuggire a tutti i vari stress imposti dalla vita, alla gestione della famiglia e al pagamento di ogni tassa o debito;

Rosmunda Varnelli, moglie di Attilio e madre di Erminio, il cui scopo principale è quello di accanirsi giornalmente sul marito con una sfilza variegata di insulti;

Erminio Varnelli, figlio di Attilio e Rosmunda, un bambino disadattato a causa della famiglia, che si è autoconvinto di essere un anziano ottantacinquenne e sfoga le sue fissazioni a scuola, sui suoi compagni. In particolar modo è invidioso di Pancrazio, un bambino ricco e viziato, il quale riesce ad attirare le attenzioni di Ritalin, di cui Erminio si è innamorato. Si isola sempre di più a causa della sua innata attitudine nel demotivare i compagni, dicendo loro che non giungeranno mai alla pensione. O rifiutando un ballo per colpa dell’artrite.

Agonia, il cane di famiglia che alla fine si vedrà costretto, paradossalmente, a farsi carico di tutto quello che Attilio non cura.

Ciò che colpisce maggiormente è l’originalità di ogni singola pubblicità.
Se avete bisogno di qualcuno che vi ispiri per la sezione marketing ora sapete dove guardare.
Grande opera, grande Autore

Lo stile grafico di Hurricane è geniale e particolare tanto quanto la sua scrittura. Ricorda molto lo stile cartoonesco di Cartoon Network, ma in chiave più macabra e distorta. È uno dei pregi principali dell’opera, che riesce ad unire uno stile usato prevalentemente nel fantasy, con la satira. In particolare, ci si riferisce a situazioni ben conosciute in Italia; il risultato è un miscuglio unico nell’ambito fumettistico e non solo.

Inoltre, salta subito all’occhio lo studio dietro il design di ogni singolo personaggio, che non ha nulla da invidiare a quello di opere ben più famose.

Cinema proletario?

La satira di Hurricane è molto particolare, riesce a far riflettere senza sfociare mai in insulti o battute pesanti verso i contesti che decide di colpire. Lo scopo principale del fumetto è quello di ironizzare in modo macabro sui contesti sociali, il consumismo, il potere sempre più preponderante delle multinazionali, la tecnologia a cui ormai siamo obbligati a dipendere, la dubbia moralità della sanità, e la politica che ogni giorno ci fa innalzare l’asticella dello stress di una tacca verso l’alto.

Non mancano, inoltre, episodi meta-fumettistici, che si verificano quando l’autore stesso scende in campo e discute con i propri personaggi, suoi schiavi, per farli lavorare maggiormente. Capita anche che li minacci di tagli, tra le varie interazioni metanarrative “classiche” in cui viene superato il confine della quarta parete, o si interagisce con la struttura della vignetta stessa.

Se un giorno dovessero erigere un monumento ai dieci fumettisti italiani più impattanti, sicuramente Hurricane dovrebbe trovarsi tra questi. Nel frattempo però, ci auguriamo che il continuo delle avventure dei Sopravvissuti venga pubblicato in un secondo volume di Eris Edizioni, perché sentiamo ancora il bisogno di tornare in quel mondo così tanto macabro e decomposto, ma che ci fa sentire a casa come se fosse il nostro.

CM