Skip to main content
cover_donjon2

La Fortezza (Donjon) Volume 2 di Joann Sfar e Lewis Trondheim

Sono passati diversi anni dalle avventure di Herbert e Marvin nell’epoca Zenit, contenute nel primo volume de La Fortezza (Donjon), la serie umoristica francese pubblicata in Italia da Bao Publishing. In questo secondo “omnibus” ci troviamo nell’epoca del Crepuscolo della Fortezza. Terra Amata sembra esser giunta agli ultimi giorni prima della fine e il suo destino dipende unicamente dai nostri due protagonisti.

Marvin ha perso la vista, le sue ali e la sua pelle arancione. La gente adesso lo chiama Re Polvere: all’inizio della storia lo troviamo prigioniero in una grotta, per poi diventare amico di un pipistrello. Quest’ultimo gli farà da guida – non avendo più capacità visive – e lo aiuterà a fuggire. Durante il viaggio, Marvin e il pipistrello incontrano un nuovo personaggio, un coniglio rosso omonimo al protagonista, che si unirà al gruppo in segno di devozione nei confronti di ciò che il drago è stato in passato. Nel frattempo, Herbert è diventato il Gran Khan, un essere maligno a capo della Fortezza dai poteri ineguagliabili, temuto da tutte le truppe ai suoi ordini, ed è riuscito a riunire i sette oggetti del destino racchiudendo dentro di sé un’entità oscura, che se liberata disgregherebbe Terra Amata in tanti piccoli pezzi. Toccherà a Marvin, con l’aiuto del pipistrello e del coniglio rosso, tentare di riportare sulla retta via il suo vecchio amico papero, cercando di trovare anche un modo per non distruggere il mondo.

Fin dall’inizio di questo volume si nota subito il cambio di atmosfera rispetto al passato: l’umore del fumetto diventa molto più cupo, i toni più drammatici accompagnano le ambientazioni più tetre. Le battute, che prima avevano contraddistinto la serie, sono ancora presenti ma al tempo stesso diventano sempre più sporadiche. I colori abbandonano la vivacità e assumono una tonalità più scura per la maggior parte del tempo. 

Durante la lettura si hanno sensazioni di destabilizzazione più di una volta. Molti eventi, elementi presenti in questo volume e personaggi – come ad esempio i tre figli di Herbert – vengono citati o mostrati senza essere introdotti, come se il fruitore già ne fosse a conoscenza: questo avviene a causa del cambio d’ordine di lettura scelto dagli autori per questi nuovi omnibus. Procedendo con la narrazione, tuttavia, una buona parte di essi riceverà una spiegazione tramite flashback, ma la sensazione di disorientamento rimarrà fino alla fine del volume.

Lo stile dei disegni continua ad essere stilizzato e deforme, specialmente per quanto riguarda Sfar e Trondheim nei capitoli Crepuscolo 101, 102 e 103. Il terzo capitolo però acquisisce un tratto molto più dettagliato rispetto ai primi due.
Il quarto capitolo, Mostri della Fortezza 3, è disegnato da Andreas, che adatta il suo stile cercando di dare continuità a quello di Sfar e Trondheim.
Mostri della Fortezza 4, disegnato da Blanquet, assume invece dei contorni molto più cartooneschi, dando spazio a delle sequenze splatter che riescono a creare una dicotomia con lo stile adottato.
La colorazione di Walter svolge perfettamente la sua funzione, ricordando sia Zenit in determinati momenti, sia dando la percezione di trovarsi in un’epoca di decadenza che permea il secondo volume.

Come suggerito in precedenza, l’umorismo in questo volume è meno ispirato rispetto a ciò a cui eravamo abituati; il cambio di atmosfera riesce, però, a creare un contrasto con il passato che rende il tutto più interessante. Inoltre, il volume termina con un cliffhanger, che lascia al lettore la voglia di proseguire la lettura con il seguente omnibus, nella speranza di scoprire anche come si è arrivati a tutto questo.
La Fortezza Volume 2 rimane dunque un buon seguito, anche se per i volumi successivi ci aspettiamo un ritorno dei livelli qualitativi precedenti. Resta comunque presto per giudicare fin da ora la riuscita e il nuovo ordine di lettura di un progetto che ha ancora tanto da dimostrare.

CM