In From Hell, Alan Moore parla di svelamento
L’uomo contemporaneo, non avendo più il senso del passato né visioni del futuro, tende a credere che il presente sia ineluttabile. E dunque tende ad accettarlo così come viene. Io no.
Questa frase di Giuseppe Conte (classe 1945, scrittore, poeta, traduttore), riferita alla contemporaneità, è esattamente ciò che sostiene Sir William Gull, imbeccato ovviamente da Alan Moore, nell’autunno del 1888. È, a modesto parere di chi scrive, la perfetta sintesi, in due righe, di un grosso volume a fumetti, 572 pp., concepito per essere qualcosa in più di una semplice rivisitazione della storia di Jack lo Squartatore e dei cinque omicidi che gli furono attribuiti. Il volume di cui si tratta è FROM HELL (di A. Moore, E. Campbell. 1989 – 1996. Eddie Campbell Comics | edizione integrale del 1999).
…è il XX secolo. Io gli ho dato inizio
Il frontespizio dell’edizione Planeta De Agostini.
…siamo nella più estrema ed orrenda regione della mente umana, nel sotterraneo del subconscio. Un abisso raggiante dove gli uomini incontrano se stessi… All’inferno Netley. Siamo all’inferno.
“Nemesis of Neglect” Punch cartoon, 1888
Un inserto.
…una modesta apologia da parte del sottoscritto (Moore, riferendosi al suo lavoro) che al momento è impegnato a guadagnarsi da vivere ammantando strazianti delitti di fesserie soprannaturali.