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BookTok: i libri nell’era dei social

Avete mai sentito parlare del BookTok? Nemmeno un anno fa si continuava a parlare di quanto Instagram, con i suoi cosiddetti bookstagrammer, influenzasse le vendite del mercato editoriale di tutto il mondo. Ma si sa, la moda dei social è rapida e non aspetta nessuno. E, se prima di Instagram i riflettori erano tutti puntati su Youtube, Facebook e i blog, ora gli occhi degli appassionati di lettura e social sono rivolti al nuovo fenomeno: TikTok, con i suoi booktoker.

Che cos’è il BookTok?

TikTok è una piattaforma che ormai da diversi anni sembra immancabile negli smartphone delle generazioni più giovani, e non solo. Con il tempo, tutti stanno cominciando a comprendere quanto possa essere potente come strumento comunicativo, con i suoi video brevi ma d’impatto. Di recente, nel mondo virtuale di TikTok, si è creata una comunità di lettori. Basta digitare #BookTok nella barra di ricerca dell’applicazione per capire quanto questo fenomeno vada alla grande: video con milioni di visualizzazioni, da quelli più semplici dove si mostrano le proprie letture alle live in cui il creator si mostra nel corso di una lettura silenziosa; da frasi d’effetto come “Libri che mi hanno fatto piangere” a consigli su come organizzare le proprie librerie.

Insomma, il mondo sembra pieno di giovani ragazzi pronti a mostrare a tutti le loro letture e, allo stesso tempo, in tanti sono pronti a seguirli e a farsi influenzare dalle loro opinioni. È anche vero che, essendo TikTok una piattaforma per i più giovani, raccolga attorno a sé una fascia di età che varia dai 15 ai 30 anni. È normale per i giovani lettori, quindi, affidarsi maggiormente a chi bene o male ha la loro età, piuttosto che fidarsi di elenchi e classifiche stilate da adulti che, con tutta probabilità, hanno interessi ben diversi dai loro.

Risultati di ricerca per #BookTok

Il BookTok funziona? La risposta è sì, ma

Da quando in Italia è approdata la BookTok mania, le case editrici hanno cominciato a interessarsi al fenomeno. Non è raro, infatti, trovare nelle librerie italiane di noti marchi una sezione apposita, chiamata appunto “#BookTok”. Perché benché molti stentino a crederci, l’influenza di questi giovani creator esiste e ne abbiamo avuto diversi esempi nel corso degli ultimi anni.

Il caso più eclatante è, al momento, quello de La canzone di Achille di Madeline Miller, insegnante di greco e latino oltre che autrice. Tra i libri più venduti dell’anno scorso, questo è tornato di recente in voga e gli incassi sono stati, ovviamente, da record. La canzone di Achille parla della storia d’amore tra Achille e Patroclo, due personaggi dell’Iliade.

Era un libro letterario, “alto”, scritto per adulti da un’autrice esperta, con alle spalle ottime recensioni e buone vendite: un libro promettente ma come se ne vedono a decine.

Fabio Ferlin, direttore commerciale della Marsilio Editori.

Nei mesi estivi del 2020, le vendite del romanzo sono esplose, toccando vette da best seller e portando a numerose ristampe. Vero, su Instagram le interazioni con il romanzo erano tante, ma su TikTok il fenomeno era molto, molto maggiore. È in quel momento che si sono cominciate a intravedere le enormi potenzialità di un social prettamente giovanile. La Canzone di Achille ha cominciato a esser letto nelle scuole, consigliato dagli insegnanti ai propri alunni come lettura estiva. Un modo del tutto nuovo per avvicinare i giovani alla lettura e, in questo caso, al mito greco.

La canzone di Achille di Madeline Miller

… potrebbe essere fuori controllo

Ma, se TikTok ha un potenziale enorme come piattaforma, è altrettanto vero che sia poco controllabile: le mode vanno e vengono e, per quanto le case editrici provino a seguire le tendenze del BookTok, non è poi così facile prevederne la potenza. I romanzi bestseller sono sempre esistiti, è vero, ma ora attraverso i social network la velocità con la quale lo diventano è aumentata radicalmente. E così come un romanzo può essere rapido ad arrivare in cima, allora la discesa potrebbe essere altrettanto semplice.

Che le case editrici stiano sfruttando il fenomeno, è palese: ormai non è raro vedere nelle copertine delle nuovissime uscite frasi come Il fenomeno di TikTok N.1 del New York Times, tutto per attirare lettori giovani e appassionati. Il marketing, in fondo, è pur sempre tale, benché debba obbligatoriamente cercare di stare al passo con le innovazioni del momento. Le grandi case editrici, quindi, stanno cercando d’inquadrare un fenomeno nuovo, sconosciuto, che sembra quasi essere una bomba a orologeria pronta a esplodere.

Uscito nel 2020, Persone normali è uno dei libri più citati su Tik Tok e sulle altre piattaforme social. Il successo dell’autrice e del suo racconto è stato talmente importante che in Irlanda ne è stata tratta anche una mini-serie, che siamo sicuri presto verrà trasposta anche in Italia e in tutto il mondo.

Descrizione, nel sito della casa editrice Mondadori, del fenomeno editoriale Persone Normali.

Quali generi vanno di più su BookTok?

Il fantasy, al momento, è il genere che detiene la corona di tutto il BookTok. Basti pensare a The Atlas Six di Olivie Blake: opera inizialmente auto pubblicata, ha riscosso così tanto successo nel social da attirare gli sguardi delle case editrici americane. In tempi brevissimi The Atlas Six è stato pubblicato in America dalla casa editrice Tor e in Italia dalla Sperling & Kupfer. E anche questo è un ottimo esempio di quanto possa essere rivoluzionario il mondo dei social.

Le tematiche LGBTQ+ poi, sono un perno fondamentale di questa comunità, il che dimostra una sensibilità da parte dei nuovi giovani che alle generazioni precedenti forse mancava. Va anche detto che le opere contenenti certi topoi vanno molto di più ora in confronto a neanche cinque anni fa: basti pensare a titoli come La canzone di Achille, Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo, oppure la graphic novel Heartstopper (della quale è uscita di recente anche la serie tv targata Netflix) e tanti, tantissimi altri.

Heartstopper di Alice Oseman, edito Oscar Ink in Italia.

Ma non solo tematiche queer, poiché basta guardare il fenomeno editoriale di It Ends with Us di Colleen Hoover, che tratta nel suo romanzo di violenza domestica. In breve tempo ha scalato le classifiche in America e non ha tardato ad arrivare nelle librerie italiane grazie a Sperling & Kupfer. Il titolo ha conquistato moltissimi lettori, invadendo le pagine social di tantissimi appassionati bibliofili.

Un TikTok basta per parlare di un libro?

La risposta a questa domanda, invece, è: dipende. Istintivamente ci verrebbe da dire che no, novanta secondi di certo non possono bastare per parlare a qualcuno di un libro che abbiamo amato o che, al contrario, abbiamo detestato. Per noi che scriviamo attivamente su queste piattaforme (ritenute arcaiche da moltissimi giovani) e che richiedono almeno una decina di minuti di attenzione per articolo, la cosa sembra altamente improbabile. Insomma, a noi a volte nemmeno bastano, i cosiddetti dieci minuti per parlare di un’opera.

Ma i numeri, fondamentalmente, dicono il contrario. È vero, forse in novanta secondi non si può parlare di un libro, ma quando un editore vede che i numeri di visualizzazioni dell’hashtag #BookTok non sono milioni, ma miliardi? Allora è quasi d’obbligo seguire la scia e cercare in tutti i modi di approfittarne. E poi, diciamocelo, dipende a quale pubblico ci si vuole rivolgere. Sarà raro intravedere un adolescente in un blog, così come sarà improbabile vedere un over 30 su TikTok.

Ma i ragazzi d’oggi sanno leggere?

È da diversi giorni che alcune testate – come ad esempio ANSA in questo pezzo – riportano che i quindicenni d’oggi non siano in grado di comprendere un testo; l’impressione, però, è che questa sia una generalizzazione inconcludente basata su una lettura errata dei dati, come spiega molto chiaramente Pagella Politica in questo esaustivo articolo.

Ovviamente, si può comunque teorizzare che molti adolescenti siano interessati a tutto, fuorché alla cultura e alla letteratura; ecco, l’avvento di BookTok può essere rivoluzionario anche sotto questo aspetto.

Vedere che la cultura spopola tra i giovani è un piacere. Che si utilizzi TikTok, Instagram, YouTube, Twitch o chissà cos’altro, la divulgazione culturale è sempre ben accetta. E se questi famosissimi video da novanta secondi inducono un giovane adolescente ad abbandonare lo schermo del proprio smartphone per immergersi nelle pagine profumate di un libro o di un fumetto, chi siamo noi per giudicare?

RF