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Empire of Silence: uno sci-fi per tutti

La fantascienza è un genere letterario difficile da esplorare in Italia, a causa delle poche pubblicazioni.
I nuovi romanzi rimangono relegati all’estero, con buona pace per chi vorrebbe ampliare le proprie letture. La conseguenza inevitabile è che molti lettori non hanno accesso agli ultimi libri fantascientifici e rimangono con la convinzione che questo genere riguardi solo opere con alieni e battaglie spaziali. Certo, questi elementi persistono, ma come tutta la letteratura hanno subito una notevole evoluzione.
L’esempio che vogliamo portarvi oggi con Empire of Silence è proprio questo. Pur con i punti saldi del genere, offre un mix di tematiche profonde e indagine dell’animo umano che, se non fosse semplicemente per il setting, si potrebbero trovare anche in un libro fantasy.

The Sun Eater Series

Empire of Silence è il primo romanzo della Sun Eater series pubblicato nel 2018, di cui al momento abbiamo cinque libri su sette.

Howling Dark, Demon in White, Kingdoms of Death e Ashes of Man sono i seguiti ora disponibili. Il sesto, Disquiet Gods, è previsto per la primavera del 2024.
Racconta la vita di Hadrian Marlowe, eroe e mostro, con la classica struttura narrativa delle memorie lasciate dal protagonista.

Il primo volume, Empire of Silence

Non era la sua guerra.
La galassia lo ricorda come un eroe: l’uomo che arse fino all’ultimo Cielcin nel cielo. Lo ricordano come un mostro: il diavolo che distrusse un sole, annichilendo con noncuranza quattro miliardi di vite umane, incluso l’Imperatore stesso, contro gli ordini imperiali.
Ma Hadrian non era un eroe. Non era un mostro. Non era nemmeno un soldato.
Sul pianeta sbagliato al momento giusto e per le migliori ragioni, Hadrian Marlowe intraprende un sentiero che può soltanto finire in fiamme. Fugge dal padre e da un futuro come torturatore solo per rimanere bloccato su un mondo strano e isolato.
Costretto a battersi come gladiatore e a farsi strada tra gli intrighi di una corte di un pianeta straniero, Hadrian dovrà combattere una guerra che non ha iniziato, per un Impero che non ama, contro un nemico che non capirà mai.1

Sinossi di Empire of Silence, 2018.

Empire of Silence ci colpisce fin da subito per la dicotomia che rappresenta Hadrian Marlowe: l’eroe che ha salvato l’umanità dal nemico, facendolo però a un prezzo altissimo. Da questa premessa, questo primo volume vuole raccontarci le origini e, soprattutto, la storia dal punto di vista di Hadrian.
Più volte il protagonista ci ricorda che la sua figura è circondata da mistero e leggenda e che non tutto quello che è passato alla storia rappresenta la verità. Infatti, il romanzo non parte subito con la trama, bensì con una scritta in lingua straniera che ci avverte che quello che stiamo per leggere è il resoconto di Hadrian, scritto di suo pugno.

Prima pagina di Empire of Silence

Chiaramente, il solo punto di vista di Hadrian è parziale, ma ha lo scopo di svelare la verità sulla sua vita. Chiamato Mezzomortale, Divoratore del Sole e tanti altri nomi, l’uomo che sta dietro la leggenda vuole mostrarci che è proprio questo: un uomo. Attraverso i sette romanzi il lettore scoprirà i piccoli grandi dettagli della guerra contro i Cielcin, ma soprattutto conoscerà Hadrian come uomo, amico, amante, compagno e fratello.

Il worldbuilding e la società

Non è scopo di questo articolo fare un elenco della lore della Sun Eater, soprattutto per non rovinarvi la lettura. Ci limiteremo a sottolineare alcuni aspetti significativi.
Già dalle prime pagine, Ruocchio ci introduce al suo complesso worldbuilding e alla composizione sociale. Siamo davanti a un Impero costituito da umani, i quali si sono espansi nell’universo in seguito all’esilio forzato dalla Terra, dopo che essa è stata resa inabitabile da guerre nucleari.

Il Sollan Empire ha una divisione sociale molto netta, che sancisce differenze sostanziali, tra cui la durata vitale come prima discriminante. L’Alto Collegio Imperiale controlla le nascite e impedisce le mutazioni che avverrebbero tra l’aristocrazia palatina: una nuova classe composta da umani geneticamente potenziati. Discendenti da coloro che si sono opposti ai Mericanii, hanno un’aspettativa di vita secolare, più alti, più belli, più forti, più veloci. Accanto ai palatini ci sono i patrizi, ovvero plebei o plutocrati che sono stati premiati con un potenziamento genetico per i servizi resi alla casta palatina.
In ultimo i plebei, umani non modificati geneticamente a cui è vietato l’uso della tecnologia complessa.

È evidente quanto Ruocchio attinga dalla storia umana, ed è un elemento costante della sua prosa. Sono spesso citate la filosofia greco-latina e la letteratura inglese classica. Questi dettagli danno un enorme spessore al worldbuilding, evidenziando come la storia sia di fondamentale importanza.
Agendo in questo modo, Ruocchio continua a strizzare l’occhio al lettore. Fa sì che la nostra conoscenza storica pregressa ci porti inevitabilmente a confrontarla con quella raccontata in Empire of Silence.

Howling Dark, il secondo romanzo

Temi come la schiavitù, la povertà e la colonizzazione hanno dei rimandi storici consolidati che ci fanno riflettere su come la storia sia una ruota. Quasi a volerci dire che l’uomo non impara mai dai propri errori.

Ovviamente l’autore lo fa ampliando il discorso a vari mondi e coinvolgendo popolazioni non umane, ma il punto è lo stesso. I problemi dell’umanità sono sempre gli stessi.

Empire of Silence

Come detto in precedenza, questo primo volume racconta le origini del protagonista attraverso i suoi stessi occhi. La narrazione è in prima persona e vede un iniziale excursus sulla famiglia Marlowe di Delos. Ruocchio è in grado di caratterizzare Hadrian solo dal tono in cui ci descrive i membri della sua famiglia.

Mia madre arrivò in ritardo alla mia nascita, ed entrambi i miei genitori osservavano da una piattaforma al di sopra della sala operatoria mentre venivo travasato dalla tinozza.

Da Empire of Silence, capitolo 1

Già da questa frase, si può percepire il distacco genitoriale che Hadrian prova, sottolineando come la madre fosse in ritardo nel momento in cui stava venendo al mondo. Nonostante poi Hadrian ammetta che sia la normalità tra i palatini, avvertiamo chiaramente come lui patisca la mancanza di affettività tra la sua famiglia.

Ma Hadrian è un ragazzo – avendo un’aspettattiva di vita plurisecolare sarebbe riduttivo definirlo uomo – fuori dal suo tempo. La sua morale è diversissima da quella del fratello minore Crispin e, soprattutto, da quella del padre Alistair. Quest’ultimo è l’Arconte di Delos, un uomo freddo e calcolatore e vede in suo figlio maggiore un uomo debole a causa dei suoi interessi. Hadrian vorrebbe infatti diventare uno scoliasta ed è portato per le lingue, tanto da parlarne più o meno fluentemente otto. Il padre però non approva le ambizioni del figlio e farà di tutto per cambiare la sua strada, non senza dei ritorni personali. In modo rocambolesco, Hadrian riesce a sfuggire dalle grinfie del padre, finendo però bloccato su Emesh, un pianeta distante e isolato. Qui Hadrian conoscerà la povertà, la malattia, la fame e la violenza. Insomma, verrà a contatto con la “bruttezza del mondo“.

Seguendo le tracce della sinossi in modo da non spoilerare, Hadrian su Emesh conoscerà ciò che su Delos non poteva vedere: i problemi delle persone.

Hadrian Marlowe su Emesh

Su questo pianeta, Hadrian dovrà fare i conti con la realtà. Dopo anni di privazioni, il ragazzo si unirà ai mirmidoni del Colosseo, al fine di guadagnare i soldi per andarsene da Emesh. Qui però conoscerà alcune persone che diventeranno fondamentali per lui, una famiglia vera e propria. Elara e Pallino, Switch, Ghen, Siran costituiranno il fulcro di qualcosa di grande. Ma ancora più fondamentale e decisivo è l’incontro con la xenologista Valka Onderra. Non appena Hadrian poggia gli occhi su di lei ne capiamo l’importanza.

Non mi considero un grande artista, sebbene lei mi fece desiderare di esserlo. Non potevo sapere a quel primo incontro quante volte avrei fallito a immortalarla, sia a carboncino sia nella vita. La sua figura sfrontata: l’orgoglio in quel mento all’insù, il naso appuntito, e quella composta indifferenza che la poneva al di sopra di uomini inferiori. C’è un piccolo indizio del suo spirito – così vicino alla crudeltà – in tutti i disegni che ho fatto di lei, e questa povera prosa non può contenere la sua bellezza, il suo corpo o la sua anima. Persino gli olografi falliscono. Sono solamente echi, come lo è questo.

Ivi, capitolo 46

Dopo questa primissima descrizione, è ovvio quanto questa persona assumerà un ruolo potente nella vita del ragazzo. Vogliamo darvi solo un piccolo input di Valka dal punto di vista di Hadrian, perché è un rapporto che va scoperto piano piano senza interferenze.

Durante questi anni su Emesh, quindi, vengono poste le basi per i romanzi futuri. Punti di partenza, scopi, personaggi e relazioni tra loro si trovano in questa seconda parte di Empire of Silence.

Valka sulla copertina di Ashes of Man

Nei volumi successivi, seguiremo le varie fasi della guerra del genere umano contro i Cielcin, alieni che distruggono mondi e si nutrono di carne umana. È però molto sommario ridurre questa serie a mera lotta tra umani e alieni. Sono presenti tematiche molto profonde, come la discriminazione e il razzismo, la schiavitù, il colonialismo fallace e tante altre. Inoltre, Ruocchio ci offre un’indagine intima dell’umanità e dell’individuo attraverso le vicende di Hadrian Marlowe.

La prosa di Christopher Ruocchio in un piccolo confronto con Hobb e Rothfuss

Al fine di trasmettere al meglio lo stile di scrittura di Ruocchio, vi offriamo un veloce confronto con serie conosciute in Italia: Il Regno degli Antichi di Robin Hobb e Le Cronache dell’Assassino del Re di Patrick Rothfuss. Perché queste opere? Tutti e tre questi autori utilizzano uno schema ben preciso: la narrazione in prima persona del passato del protagonista, dove è lui stesso a fornire la sua versione dei fatti. FitzChevalier, Kvothe e Hadrian Marlowe sono tre figure passate alla storia, le cui azioni, positive e negative, sono state esaltate e distorte. Quindi il lettore ha la possibilità di conoscere la verità. Partendo da questi presupposti, i tre autori hanno il proprio stile e i propri scopi di narrazione.

Questi protagonisti condividono alcuni aspetti caratteriali, ma sono gli autori a essere molto diversi tra loro. Hobb e Ruocchio, pur con differenze che analizzeremo tra poco, hanno trovato un equilibrio tra stile e trama. Rothfuss, invece, utilizza una narrazione quasi esclusivamente lirica. Il risultato può essere riassunto in un esercizio di stile che risalta le capacità autoriali, certamente, ma ponendo un eccessivo accento sul suo Kvothe. A discapito dei comprimari. In un nostro articolo precedente analizziamo meglio la sua figura, in cui parliamo approfonditamente del Kvothecentrismo.
Lo stile di Hobb è un po’ più diretto: con una prosa alta ma efficace, ci porta direttamente al cuore della questione senza tanti giri di parole. La caratterizzazione che ne deriva, però, non perde di potenza e ne guadagna non soltanto Fitz, ma anche i personaggi secondari.

Rucchio si pone nel mezzo. Pur usando una prosa innegabilmente lirica, riesce a trovare un bilanciamento tra esercizio di stile ed efficienza. Nella narrazione generale, infatti, l’autore racconta le emozioni di Hadrian con frasi molto a effetto alternate a momenti di colpi al cuore senza mezzi termini. Inoltre, l’ironia è proprio inserita allo scopo di equilibrare stile, caratterizzazione e trama. E con poche parole dona profondità anche i co-protagonisti, i quali funzionano proprio in relazione a Hadrian.
Due esempi di ironia sono i riferimenti alla tendenza alla melodrammaticità di Hadrian e alla sua bassa statura per essere un palatino.

Christoper Ruocchio, autore della Sun Eater series

Gibson sbuffò inarcando un folto sopracciglio. “Possibile che tutto quello che dici deve sembrare come se fosse uscito direttamente da un melodramma Eudorano?”
“Cosa c’è di sbagliato nel melodramma?”, mi illuminai, sollevato alla tenue ombra di umorismo.
“Niente, se sei un attore.”
“Tutto il mondo è un palcoscenico.” Allargai le braccia, tentai un sorriso, completamente certo che, almeno, fosse Shakespeare.

Ivi, capitolo 10

“Sei tu, allora?”, mi esaminò con attenzione, la testa inclinata da un lato, “Sei più basso di quanto mi aspettassi.”

Ivi, capitolo 44

Questi rimandi al melodramma e alla statura sono frequenti in tutti i cinque libri finora pubblicati, insieme ovviamente ad altri elementi ironici, contribuendo all’equilibrio del lirismo.

Quindi, perché leggere Empire of Silence?

I motivi sono principalmente questi: perché vi emozionerete con Hadrian e rimarrete incantati dallo stile di Christopher Ruocchio. Non potrete fare a meno di empatizzare con lui, di seguire il ragazzo ingenuo di Delos fino all’uomo che diventerà, insieme alle sue sfortune e alle sue brevi e piccole gioie.
Non fatevi spaventare dall’inglese. Può sembrare complicato all’inizio, ma il glossario alla fine di ogni volume aiuta parecchio e l’autore vi accompagna per mano nella costruzione del worldbuilding. E, soprattutto, alla fine non vi pentirete di esservi inoltrati in questo fantastico viaggio.

MS


NOTE:

1 Le traduzioni in questo articolo sono state fatte da noi, in quanto i romanzi che compongono la serie “Sun Eater” non sono ancora editi in Italia.