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Joe Abercrombie e la sua cerchia di dannati

Joe Abercrombie. Che conosciate oppure no questo nome, siete nel posto giusto al momento giusto. All’inizio montatore cinematografico freelance, poi autore rivoluzionario nel panorama della letteratura fantastica, è il Quentin Tarantino del Grimdark.

Quando ci siamo approcciati a questo autore, non ci immaginavamo di certo l’esplosione di ilarità che è seguita alla lettura de Il richiamo delle Spade. Insomma, ci aspettavamo un grimdark in piena regola: omicidi, squartamenti, torture, teste mozzate e chi ne ha, più ne metta. E chiariamoci, tutto questo c’è stato. Ma nell’intermezzo, ci siamo approcciati a personaggi tridimensionali gestiti magistralmente e dialoghi che, nel bel mezzo di scene piene di tensione, ci hanno fatto esplodere in una risata incontrollata. Leggere di teste mozzate e dita tranciate non è mai stato così divertente. Provare per credere!

Ma cerchiamo di andare con ordine e di far conoscere Joe Abercrombie e le sue opere anche a chi (per loro sfortuna) ancora non ha avuto il piacere di approcciarsi a questo incredibile autore.

Quando e come leggere le sue opere:

La prima trilogia edita di Abercrombie, nonché l’inizio dell’avventura, è quella de La prima legge, suddivisa in:

1. Il richiamo delle spade (The Blade Itself)
2. Non prima che siano impiccati (Before They Are Hanged)
3. L’ultima ragione dei re (Last Argument of Kings)

Le edizioni singole italiane sono ormai introvabili, dei veri e propri pezzi da collezione. Ma Mondadori, nel 2019, ha raccolto i tre volumi in una Titan Edition a doppia colonna ancora reperibile negli store. Fresca di stampa, invece, una nuova edizione nella collana Oscar Draghi che, per la gioia di molti, è in colonna singola.

Stessa ambientazione ma storie diverse nelle tre opere auto conclusive che seguono la prima legge, ovvero: Il sapore della vendetta (Best Served Cold), The Heroes (The Heroes) e Red Country (Red Country). E in più, l’antologia di racconti intitolata Tredici Lame. Racconti dal Mondo della Prima Legge (Sharp Ends).

Ritorna poi con una trilogia, sempre nello stesso mondo ma diversi anni dopo gli eventi de La prima legge:

1. Un piccolo odio (A Little Hatred, 2019)
2. Il problema della pace (The Trouble with Peace)
3. La saggezza delle folle (The Wisdom of Crowds)

Se volete esplorare, poi, un mondo del tutto nuovo, Joe Abercrombie si cimenta in una nuova trilogia. In effetti, potrebbe anche essere un buon punto dal quale iniziare a leggere Abercrombie, se riuscite a trovare le copie fisiche. Anche queste, al momento, sono molto difficili da reperire.

1. Il mezzo re (Half a King)
2. Mezzo mondo (Half a World)
3. La mezza guerra (Half a War)

Joe Abercrombie

Abercrombie is the new Tarantino

Poche righe fa abbiamo etichettato Joe Abercrombie come il Quentin Tarantino della letteratura immaginifica. Non siamo stati certo noi a coniare questa idea, ma Edoardo Rialti: traduttore, critico letterario, scrittore, insegnante. Lo ha fatto con maestria nel suo articolo dedicato: Il fantasy secondo Joe Abercrombie. Come fondere “Game of Thrones” con Hugo e la Brexit di cui vi consigliamo la lettura, ma di cui vi lasciamo un piccolo estratto qui di seguito.

Al pari del cinema, i generi letterari hanno i loro John Ford, che paiono quasi omerici, primigeni nel delineare i netti contorni epici del loro immaginario, cui seguono i Sergio Leone, che quello stesso immaginario lo impolverano, mostrando le chiazze di sudore sotto le ascelle, i rutti, ne fanno scricchiolare e cigolare le giunture morali eppure, proprio in tale abbassamento picaresco, trovano nuove strade, più grigie, per raccontare un eroismo meno idealista ma non meno intenso, e infine i Quentin Tarantino (o, in tono minore, i Guy Ritchie), i cui personaggi si vedono per così dire dall’esterno, sono consapevoli degli stereotipi narrativi in cui sono immersi, li commentano e analizzano con ironia citazionista. Se J. R. R. Tolkien è certamente il Ford del fantasy e G. R. R. Martin il suo Leone, per più aspetti Abercrombie è proprio il Tarantino dell’epica fantastica.

Tratto dal testo di “Il fantasy secondo Joe Abercrombie. Come fondere “Game of Thrones” con Hugo e la Brexit” – Rialti

L’unica parola che ci viene in mente per descrivere l’opera e lo stile di Joe Abercrombie è: dissacrante1. Non contesta solo il lato tradizionale del fantasy, ma trascende anche il tradizionale del genere grimdark, rendendo unica la sua opera. La società che viene mostrata è cruda, va oltre la classica patina di perfezione che è spesso presente nei fantasy classici: non esistono solo i bianchi o i neri, e nemmeno i grigi, esiste il potere. E poi c’è chi lo ha, e chi no. E i personaggi di Abercrombie non lo hanno, sono schiavi d’eventi e di poteri superiori alle loro umili vite umane.

La meravigliosa fanart di Darey-Dawn dedicata alla Prima Legge

Il richiamo delle spade non rispecchia i canoni delle opere fantasy contemporanee, non segue del tutto le regole definite dalla narratologia – in molti hanno criticato l’assenza di una trama lineare e di una struttura classica -, ma soprattutto non cerca di essere preso sul serio. Il richiamo delle spade sembra quasi una parodia oscura, dove i personaggi vengono estremizzati ma resi incredibilmente credibiliL’ironia è un pilastro portante dell’opera di Abercrombie, è lui il primo a mettere in scena azioni e dialoghi che sfociano nel black humor; ma allo stesso tempo ha giostrato con maestria scene epiche e tragiche, creando un contrasto meraviglioso, che non abbiamo potuto non amare.

L’autore è riuscito a farci affezionare a ognuno dei suoi personaggi. Beh, a tutti tranne Jezal. Jezal in questo primo volume è davvero odioso.

In ogni caso è su di loro che ci vogliamo concentrare da questo momento in poi, perché riteniamo che siano il motore di questa storia, il pilastro che sorregge tutta l’opera.

Sei personaggi in cerca di…?

Descrivervi nei minimi particolari i sei (esatto, sei!) punti di vista presenti ne Il richiamo delle spade è complicato, poiché alle vite dei singoli, si intrecciano numerosissimi eventi e personaggi che ci verranno presentati nel corso dell’opera. Ma noi ci proviamo lo stesso!

Sand dan Glokta

Il primo personaggio di cui vi vogliamo parlare è anche il più indimenticabile: Sand Dan Glokta. Ex ufficiale coraggioso e affascinante, una stella nascente dell’Unione, fino a quando – durante la prima guerra Gurkish – viene catturato e torturato. “Tortura” però ci sembra una parola troppo semplice per descrivere quello che è stato fatto a Glokta.

La devastazione del suo corpo gli impedisce di fare qualunque cosa: la sua gamba sinistra è così malandata che camminare è già di per sé una tortura – è soggetto a continui spasmi dovuti al dolore – e le sue peggiorI nemiche, ora, sono le scale. La metà dei suoi denti sono stati rimossi, ma dove quelli in alto sono rimasti, i corrispettivi dell’arcata inferiore sono stati tolti, in modo tale da impedirgli di mangiare cibi solidi. Ha perso il controllo delle proprie viscere e ha bisogno di un servitore che lo aiuti anche nelle cose più semplici di tutti i giorni.

Sand dan Glokta da questa descrizione può quasi sembrare un vecchio, ma in realtà ha solo trentacinque anni, e vive il suo piccolo inferno giorno dopo giorno. Da torturato è diventato torturatore presso l’Inquisizione del Re: indaga su corruzione e dissenso, estorce confessioni anche grazie all’aiuto dei suoi due Pratici: Gelo e Severard, altrettanto indimenticabili l’uno per lo sguardo glaciale, l’altro per l’ironia spiccata.

Logen Novedita

Cercheremo di essere imparziali, ma vogliamo comunque mettere per iscritto che Logen è in assoluto uno dei personaggi più interessanti e sfaccettati di questo primo volume. Un uomo del nord in tutto e per tutto: fisico imponente e occhi blu, con così tante ferite che è impossibile contarle, il viso sfregiato ma, soprattutto, un dito medio mancante alla mano sinistra.

Moglie e figli morti anni prima a causa di un attacco degli Shanka – bestie umanoidi simili ai troll – e un passato al servizio di (Re) Bethod, diventando il suo campione. Nel corso di questi anni al suo servizio, ha battuto diversi campioni di altri clan.  Alcuni di loro (che conosceremo nel corso del romanzo) si sono uniti alla sua cerchia e gli sono diventati fedeli. Verrà mandato in esilio dallo stesso Bethod.

Benché questa descrizione possa farci pensare a un assassino spietato, Logen si presenta come un uomo taciturno, premuroso e a occhi esterni anche un po’ ottuso. In apparenza pentito delle sue azioni passate, stanco di lottare, uccidere, sopravvivere. Perché Logen Novedita è interessante? Perché nel corso del romanzo arriverete a chiedervi: Logen il sanguinario è in effetti solo un eco del suo passato, oppure è qualcosa di più oscuro che è pronto a tornare?

Jezal dan Luthar

Pensate a un nobile nell’accezione più negativa che possiate immaginare. Ci siete? Ecco. Il ritratto perfetto di Jezal dan Luthar. È un giovane superficiale ed egocentrico. Non riesce a vedere a un palmo dal suo stesso naso (o dal suo viso perfetto, come piace pensare a lui) e l’unico suo interesse è l’avanzamento in carriera. Pensa che tutto gli sia dovuto grazie al suo sangue nobile e osserva dall’alto in basso chiunque gli sia socialmente inferiore.

Nel corso di questo primo volume lo seguiremo nel corso del suo addestramento per la Contesa, una competizione che si tiene ogni anno per eleggere il miglior spadaccino per l’Unione. Ma Jezal preferisce di gran lunga bere e ubriacarsi e giocare d’azzardo. Verrà messo dinanzi ad alcune difficoltà che cominceranno a mettere in dubbio tutte le certezze che pensava di aver ottenuto nel corso della sua nobile vita, prima tra tutti l’amore sfrenato che comincia a provare per Ardee West, una popolana.

Siamo sicuri ci siano delle solidissime basi per un’evoluzione sorprendente nel corso della trilogia, ma in questo primo volume è comunque stato difficile da digerire. Un plauso a Joe Abercrombie per essere riuscito nell’intento di creare un personaggio che quasi tutti odieranno, all’inizio.

Glokta, Logen e Jezal nella copertina del primo volume del fumetto di The blade itself

Collem West

West. Avete letto poco fa questo cognome. Non è un caso. Infatti, Collem e Ardee West sono connessi da un legame fraterno abbastanza travagliato. Benché alla giovane Ardee non venga dedicato (ahinoi) un proprio punto di vista, abbiamo modo di conoscerla attraverso gli sguardi degli altri personaggi che la incontreranno. La sua caratterizzazione è ottima, benché come personaggio purtroppo rimanga in sordina.

Ma tornando al nostro Collem, possiamo dirvi che sembra l’esatto opposto di Jezal. Di umilissime origini, è riuscito a scalare la gerarchia e a diventare Maggiore grazie alle imprese nella prima guerra Gurkish. Ha prestato servizio assieme a Glokta, e il loro rapporto si è incrinato dopo “l’incidente” di Sand. Di buon cuore, cerca sempre di aiutare il prossimo quando gli è possibile. Con la sorella Ardee condivide un passato tormentato costituito da una vita povera e da un padre incline alla violenza. Ma Abercrombie ci insegna che non è tutto oro quel che luccica.

La cerchia di Logen

Mastino è uno dei componenti della cerchia di Logen. A seguito di un attacco degli Shanka a inizio volume, Logen crede che tutti loro siano morti e loro credono che lo sia lui. Il suo punto di vista è importante per due motivi: ci permette di tenere d’occhio gli avvenimento del Nord ma, soprattutto, di conoscere la banda di Logen e di comprendere il profondo rispetto (e il pizzico di timore) che nutrono per lui. Ad accompagnare Mastino ci sono: Tretronchi, Dow il Nero, Forley il Debole, Harding il Cupo e Tul Duru Testadituono. Benché entrare in empatia con un gruppo così numeroso sia molto difficile, Abercrombie è riuscito comunque a delineare in maniera egregia ogni singolo componente del gruppo.

Ferro Maljinn

Arriviamo all’ultima, ma non per importanza: Ferro. Nel corso della narrazione Ferro è l’ultimo punto di vista che incontriamo e, purtroppo, è l’unico punto di vista femminile. Di Ferro Maljinn si conosce molto poco. Sappiamo che ha capelli e pelle scura, una lunga cicatrice sul lato destro del viso, occhi dorati. Cosa più importante: Maljinn era una schiava.

Gli anni da schiava l’hanno portata a non fidarsi di nessuno, a non avere un briciolo di pietà per nemici o amici. Il suo unico desiderio? La vendetta nei confronti dei Gurkish, coloro che la resero schiava.

E poi c’è Bayaz

Il mago Bayaz non è un punto di vista del romanzo, ma si può identificare come il collante che unirà tutti questi personaggi, perché li radunerà uno per uno, per poi creare un gruppo solido con la quale iniziare una cerca. All’apparenza è un vecchio calvo sulla sessantina, sembra in tutto e per tutto un benevolo vecchietto. Fino a quando qualcuno non gli intralcia la strada.

Bayaz è un personaggio interessante, il suo passato ultra secolare nasconde numerosi misteri. Non ci dimenticheremo mai il momento in cui, infastidito dal trambusto causato da alcuni sgherri, è uscito dal bagno tutto nudo e ha fatto letteralmente esplodere un Pratico che si era infiltrato nelle sue stanza. Una scena che all’inizio ci ha fatto storcere il naso, poi siamo scoppiati a ridere.

Bei personaggi, ma la trama?

Insomma, è innegabile che Joe Abercrombie abbia un talento innato nel creare personaggi indimenticabili. Sono loro, questi sei punti di vista (ma non solo, anche alcuni personaggi secondari), che portano avanti la storia, capitolo dopo capitolo.

L’avanzamento nel racconto – vi vogliamo avvisare – è lento, infatti non sono pochi i lettori che hanno mosso un’unica critica a Joe Abercrombie: quella di non aver sviluppato una trama accattivante. In effetti, questo primo libro sembra una lunga introduzione al viaggio che compiranno questi personaggi e noi, a dirla tutta, l’abbiamo apprezzata. Questo primo volume ci ha permesso non solo di osservare con estrema ammirazione come Joe Abercrombie sia riuscito a giostrare un gruppo così numeroso di personaggi, ma anche di notare che, benché non accada niente di esaltante, questo non ci abbia affatto pesato.

Non è la trama che sorregge questo romanzo: lo sono i personaggi e il bilanciamento perfetto tra tragedia e ironia che permea tutta la narrazione, dalla prima all’ultima pagina. Ci siamo divertiti tantissimo a osservare ogni singolo personaggio da occhi sempre diversi, immergendoci nella testa di ognuno e, in maniera del tutto inconsapevole, affezionandoci a tutti loro.

Tutti tranne Jezal.

RF


NOTE:

1: Contestare il carattere tradizionale, sacro, di un’istituzione, di un uso; riportare alla realtà e verità storica ciò che ha assunto valore religioso, o che comunque si riteneva non potesse essere messo in discussione.

2: Per la stesura di questo articolo ci è stata utilissima la Wiki Fandom dedicata alla Prima Legge. Se volete maggiori informazioni sui romanzi e i personaggi (a vostro rischio e pericolo per gli spoiler), potete trovarla qui: First Law Wiki.