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Crashing: sei coinquilini in cerca d’abitazione.

Una scena di Crashing
Una scena di Crashing

Crashing è una piccola perla in stile british, capace di mescolare commedia dell’equivoco e personaggi in balia delle situazioni più disparate. Grazie ai suoi protagonisti che si rincorrono in un girotondo sentimentale con esiti a dir poco comici, la serie sembra essere la soluzione adatta per una serata senza pretese ma piena di risate, complice anche la breve lunghezza di un’unica stagione autoconclusiva della durata di due ore, divise in sei episodi da venti minuti ciascuno.

Tra gli autori e gli interpreti spicca un nome che ha fatto tanto parlare di sé negli ultimi tempi: Phoebe Waller-Bridge (mentre la regia è di George Keane). Prima del successo di Fleabag – che le è valso il meritatissimo premio Emmy Award nel 2019 sia come migliore attrice in una commedia che come migliore sceneggiatura – e prima della serie tv rivelazione del 2018 Killing Eve, Crashing ha offerto uno spaccato della sua mente brillante, contornata dall’instancabile humor tutto british e da dialoghi taglienti, nel pieno stile della sceneggiatrice e attrice inglese.

Phoebe Waller-Bridge agli Emmy Awards 2019
Phoebe Waller-Bridge agli Emmy Awards 2019

La serie è uscita su Channel 4 tra gennaio e febbraio 2016: solo in seguito è stata resa disponibile sulla piattaforma Netflix il 2 giugno 2017, sottotitolata in italiano. Al momento non è prevista una seconda stagione; l’attrice ha infatti precisato più volte che si tratta di una stand alone series, destinata a non avere una continuazione.
Netflix ha però annunciato di averne acquistato i diritti, quindi chissà.

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Sigla di Crashing

Il soggetto della miniserie è tratto da due commedie teatrali scritte dalla stessa Phoebe Waller Bridge. Queste sono state in seguito adattate per la televisione mentre l’ambientazione è ispirata al Middlesex Hospital, un ospedale abbandonato situato nel quartiere di Fitzrovia, Westminster, accanto agli studi di produzione.

La premessa di Crashing è rappresentata idealmente dal cartello “Protected by occupation (Protetto da occupazione) posto sulla facciata di un qualche edificio in disuso e pronto ad accogliere chiunque si offra come property guardian. Gli eventuali inquilini, decidendo di sobbarcarsi i ruoli di custodi, otterrebbero una casa in cui vivere in cambio di alcuni doveri: pagare un affitto irrisorio, prendersi cura della struttura occupata e rimanere consci del fatto di poter essere sfrattati senza alcun preavviso.
Sembra la storia verosimile di ogni ragazzo ventenne fuorisede che si rispetti, non trovate?

Lulu (Phoebe Waller-Bridge) nella prima puntata di Crashing
Lulu (Phoebe Waller-Bridge) nella prima puntata di Crashing

Parola d’ordine: Caos.

La trama segue le vicende di tre donne e quattro uomini che si ritrovano a dover convivere in un ospedale, con tutti i classici problemi di “coinquilinaggio” tra individui diverse e vicende personali. Un fattore comune a tutti è l’instabilità, la quale si declina in diverse sezioni della personalità di ognuno di loro ed è palpabile sin dai primi minuti della prima puntata. Fred (Amit Kaushik Shah) e Sam (Jonathan Bailey) sono amici per la pelle; il primo è all’apparenza timido e riservato, il secondo è preso da un’evidente crisi di identità sessuale che si ostina a mascherare dietro una mascolinità effimera.

Fred (Amit Kaushik Shah) e Sam (Jonathan Bailey)
Fred (Amit Kaushik Shah) e Sam (Jonathan Bailey)

C’è Melody (Julie Dray), artista di origine francese che esprime il suo contorto rapporto con il padre ritraendo uomini che gli somigliano. La sua musa sarà un uomo depresso di nome Colin (Adrian Scarborough), il quale, dopo il divorzio da sua moglie, diventerà coinquilino del locale.

Crashing-Melody (Julie Dray) e Colin (Adrian Scarborough)
Melody (Julie Dray) e Colin (Adrian Scarborough)

C’è Kate (Louise Ford), all’apparenza la più salda mentalmente, con un lavoro fisso, precisa e decisa a voler portare la sua relazione con Anthony (Damien Molony) ad un livello più elevato ma che, in realtà, annaspa su tutti i fronti: un copione scritto per essere recitato.

Kate (Louise Ford) e Anthony (Damien Malony)
Kate (Louise Ford) e Anthony (Damien Malony)

Anthony, cameriere e cuoco, professerà amore incondizionato per Kate: in realtà, forse non è così sicuro di cosa voglia.

A concludere questo quadro confusionario quanto una tela astratta ci pensa l’ultima arrivata: Lulu (Phoebe Waller Bridge), migliore amica di Anthony. Non è chiaro se fra i due ci sia solo amicizia o qualcosa di più; la ragazza, sin dalle prime battute, afferma chiaramente di essere innamorata di lui da quando era solo una bambina, per poi rinnegarlo immediatamente dopo. Lulu diviene in poco tempo un ulteriore elemento di disturbo nella relazione tra Kate e Anthony, visibilmente già in crisi. La ragazza è un misto di confusione, comportamenti irrazionali e spavalderia e sembra non accorgersi del caos che la perseguita, come, del resto, ogni altro personaggio.

Crashing- Lulu (Phoebe Waller Bridge) e Anthony (Damien Malony)
Lulu (Phoebe Waller Bridge) e Anthony (Damien Malony)

L’instabilità di una commedia di equivoci

Una delle scene di Crashing
Una delle scene di Crashing

Lo spettatore è quasi immediatamente conscio di alcune dinamiche che, al contrario, non risultano percepite dai coinquilini dell’ospedale. Infatti, i personaggi sguazzano nellinstabilità e non sembrano rendersi conto delle conseguenze delle loro azioni. Si tratta di individui chiaramente non perfetti che rinnegano impulsi e occasioni, sul filo del rasoio tra l’immagine di sé che si sono costruiti nella loro mente e i loro istinti concupiscibili.

L’ospedale, costruzione in rovina e precaria, appare come una sorta di metafora della vita decisamente precaria e poco conformista dei protagonisti. L’essenza della serie sarebbe riassumibile proprio nello stabile che loro chiamano casa.

Il risultato è una commedia di equivoci ai limiti dell’assurdo: i dialoghi non lasciano spazio alla censura e non risparmiano il sarcasmo tagliente. In alcune scene, alla realtà dei gesti non corrispondono gli atteggiamenti dei personaggi, i quali, al contrario, si barcamenano tra una maschera e l’altra. Più gli inquilini cercano di rifugiarsi nelle loro certezze prive di solidità, più la trama degli eventi li costringe a venire a patti con la verità e ad approcciarsi ad essa.

Crashing è un omaggio pirandelliano?

Analizzando la serie viene spontaneo pensare che l’universo caotico di Crashing sia una sorta di omaggio contemporaneo al teatro pirandelliano. Gli elementi ci sono tutti: l’ospedale può essere inteso come la scena di un teatro dell’umano, nel quale, in maniera molto confusa, i personaggi che lo abitano sono alla ricerca di qualcosa.

Come il personaggio pirandelliano rispecchia il crollo dei valori della società borghese del suo tempo, così nelle frasi non dette e nei comportamenti nosense dei coinquilini di Crashing si nota un rigetto dello stereotipo sociale: ogni membro dello stabile fa i conti con l’immagine perfetta (e non vera) propinata dalla cultura di massa. I tentativi di applicarla alle proprie persone sono vari e fallimentari ma introducono un altro fattore molto importante, quello della scoperta continua di sé. Il canovaccio comune di base viene sostituito, puntata dopo puntata, da uno puramente personale e spontaneo.

Trailer rilasciato da Channel 4

Si parla soprattutto di comportamenti attivi: la passività viene accantonata e si passa all’azione. Certo, non è un’azione consapevole ma è pur sempre un movimento, anche se confuso e tormentato. Potremmo definirla come la transizione da una finzione puramente convenzionale, in cui il personaggio resta personaggio all’interno di un mondo su misura, ad una realtà umana, riscontrabile. L’inevitabile triangolo tra Lulu, Kate e Anthony è così strambo da essere vero, così come i drammi interiori di Melody.

In quelle stanze decadenti si intrecciano passioni, tormenti interiori, ricerca di una stabilità. Di questa ricerca, però, non è dato allo spettatore conoscere l’esito.

Non si arriva ad una vera e propria conclusione dei fili narrativi della vicenda. Resta tutto in itinere, si passa da una precarietà iniziale ad un altro stadio di precarietà, lasciando il pubblico con il fiato sospeso durante una serata senza pretese ma piena di risate.

AS