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F1 Manager 2022, un gestionale dalle due facce

Il circus della Formula 1 sta crescendo di anno in anno, grazie a politiche che ne mettono in risalto la spettacolarità, sottolineando all’inverosimile l’entertainment che ogni weekend di gara può offrire all’appassionato e agli sponsor, pronti ad investire cifre da capogiro pur di comparire a fianco di brand blasonati e storici come Ferrari, McLaren, Williams.
Negli ultimi anni, tuttavia, sono mancati videogiochi gestionali, licenziati ufficialmente, che potessero offrire all’appassionato il livello di dettaglio, e di immersività, tipico di un Football Manager.

L’età dell’oro nacque e perì nella seconda metà degli anni Novanta, spinta inizialmente dal discreto successo di Grand Prix Manager e Gran Prix Manager 2, rilasciati tra il 1995 e il 1996 che, comprensibilmente, risultano ormai estremamente vetusti se giocati più di venticinque anni dopo la propria uscita. Ciononostante alcune caratteristiche risultano molto coraggiose e spesso non ripetute in alcuni successori, come anche F1 Manager 2022: ad esempio, il poter spiare i team avversari, al fine di trarre beneficio dai set up e progetti non propri, e la possibilità che i piloti potessero non partecipare ad alcune gare a causa di infortuni e malattie.
Il che – in tempi di covid – avremmo voluto fosse presente anche nel novello gioco Frontier, affinchè venisse data maggior importanza ai terzi piloti.

Un’immagine di Grand Prix Manager…

Non solo. Grand Prix Manager, oltre alla possibilità di fallimento per team mal gestiti finanziariamente, offriva ai più temerari la sfida di poter dirigere per ben quaranta stagioni la propria scuderia e, feature che oggi sarebbe accolta dal pubblico con giubilo, la disponibilità di piste non presenti nel calendario della stagione ufficiale, le quali sarebbero entrate nella lista del circus grazie a cambiamenti annuali dei regolamenti.

A seguito del successo di GP Manager, altre software house decisero di scommettere sul genere e, pur non ottenendo il successo sperato, riuscirono ad introdurre delle novità utili a migliorare la profondità del predecessore spirituale.

Purtroppo si trattò di un’arma a doppio taglio. L’aggiunta di diversi strati manageriali complessi provocò l’allontanamento dei nuovi giocatori: di fronte ad una difficoltà di apprendimento estrema, in molti preferirono non avvicinarsi a F1 Manager, F1 Manager Professional e – in parte – anche a Team F1 e Grand Prix World (seguito di GP Manager 2). I quali, va detto, continuarono comunque ad aggiungere interessanti caratteristiche al genere, come la possibilità di assumere lo staff, che aveva una propria valutazione, cambiare il fornitore di motore o rendere I trasferimenti dei piloti più realistici. Tutte qualità utili per il discreto successo ottenuto da F1 Manager nel 1999, con il quale EA riuscì ad attingere dai suoi predecessori, stralciando i pericolosi livelli di difficoltà provocati da una libertà di gestione poco bilanciata e pressoché infinita.

Arriviamo infine al 2014, anno di uscita di Motorsport Manager di Playsport Games, prima su mobile (iOS ed Android) e infine, nel 2016, su PC.

…e di Grand Prix World.

Seppur azzoppato dalla mancanza di licenze, ci sono stati vari fattori che hanno permesso a Playsport Games di vendere circa un milione di copie, considerando la sola edizione completa presente su Steam (dati Steamspy) e di essere considerato dalla community, oltre che da Frontier stessa, come la base da cui ripartire per una nuova serie su tema F1. Tra queste, ricordiamo la possibilità di indossare i panni di un vero e proprio Manager, facendosi strada attraverso le serie minori per giungere finalmente alla Formula 1 e il focus sulla gestione del pilota sia durante il weekend di gara che, soprattutto, al di fuori di esso, con l’acquisizione di tratti positivi e negativi.

F1 Manager 2022 arriva, quindi, a conclusione di un percorso travagliato del genere simulativo all’interno del mondo videoludico.
Sarà riuscito, finalmente, a mettere d’accordo i videogiocatori più casual e quelli più pretenziosi?

Un manageriale con il graficone

I trailer che hanno anticipato l’annuncio di F1 Manager 2022 hanno messo in fermento la community di appassionati di Formula 1. Dopotutto, veniva posta un’enfasi smisurata su una grafica di alto livello che, generalmente, non è presente in un videogioco manageriale.

La diffidenza dei fan, causata da anni di delusioni dovute a fin troppe promesse non mantenute da trailer e teaser di giochi tripla A, è svanita sia grazie ai diversi gameplay, pubblicati nelle piattaforme di streaming da parte di alcuni content creator legati al mondo del Motorsport, che grazie alla prova in prima persona, a partire dal 25 agosto.

Graficamente ha il suo perché.

Il lavoro svolto è superlativo, specialmente paragonandolo al ben più quotato titolo simulativo ufficiale, sviluppato da Codemasters, e al punto di riferimento del genere gestionale sportivo Football Manager, lontano anni luce dalle sue alternative simulative Fifa ed eFootball.
L’impressione è che il titolo Frontier la spunti dal punto di vista grafico e dell’immersività, nonostante qualche piccolo miglioramento da introdurre, soprattutto per quanto riguarda lo sfocamento selettivo del volante e, in alcune situazioni, degli elementi più periferici presenti su schermo.

In effetti, offre delle ottime prestazioni su un computer di fascia media, permettendo di fruirne impostazioni grafiche massime; tutto ciò funziona nonostante non vi sia stata particolare attenzione alla scalabilità, tipica di Football Manager. Probabilmente proprio a causa di una componente grafica di livello.

Il weekend di gara è coinvolgente

Il weekend di gara è sicuramente il fiore all’occhiello del gioco, grazie alla qualità grafica di cui si è discusso poc’anzi e alla divisione dello stesso in tre ore di Prove Libere (P1, P2, P3), Qualifica e Gara.

Durante le Prove Libere, i piloti si concentreranno sull’apprendimento della pista, sulla conoscenza dei componenti dell’auto e dell’assetto giusto. Queste variabili dovrebbero permettere ai nostri corridori di guadagnare qualche centesimo sul passo gara, utile a compiere una prestazione più convincente durante le sessioni successive, ben più importanti. In realtà, a voler essere onesti, raggiungere il 100% di affinità con il tracciato, i componenti e di assetto, pare non esser particolarmente premiante dal punto di vista delle prestazioni, rispetto alla mera simulazione della sessione che, come si può prevedere, offre percentuali minori.

Le Qualifiche, lo ripetiamo per gli appassionati alle prime armi, sono anch’esse divise in tre fasi: durante la Q1 vengono eliminate le cinque vetture più lente, mentre la Q2 decreterà i dieci piloti che si contenderanno la pole position nell’ultima parte delle qualifiche, la Q3. Non mancano i colpi di scena, sfortunatamente causati soprattutto da blocchi, oltre agli errori dei piloti: con l’obiettivo di registrare il miglior tempo sul giro possibile, questi ultimi arrivano a bloccare gli pneumatici, finire fuori pista o addirittura a muro.

Un esempio del main menù.

È con l’arrivo della gara che ogni errore può diventare imperdonabile, soprattutto considerando i punti in paio per i primi dieci classificati, oltre al punto bonus per l’autore del giro più veloce.
Inizialmente dovremo scegliere una strategia, modificabile a nostro piacimento in base agli eventi non prevedibili durante la corsa, quali virtual safety car e safety car che, sfruttate al momento opportuno, possono dare un vantaggio importante sui diretti avversari. E, perchè no, far ottenere a dei team meno competitivi di ottenere risultati al di sopra delle aspettative. Il micromanaging dei singoli piloti può essere premiante in alcune occasioni: ad esempio, modificarne l’aggressività comporta il degrado più rapido delle gomme o l’utilizzo di miscela di carburante ed ERS, variando la potenza accumulata grazie al motore V6 e alla sua componente elettrica.

Delude siano state escluse completamente le gare sprint nei tre circuiti che le ospitano nell’annata 2022 del campionato reale di F1. Sarebbe bastato veramente un piccolo sforzo in più nell’aggiungere un turno supplementare, consistente in una minigara capace di determinare la griglia della corsa vera e propria.

Le varie visuali rendono le sessioni ancora più coinvolgenti, grazie alla possibilità di monitorare in prima persona l’avantreno e il retrotreno della vettura selezionata, per godere al meglio degli attacchi o della difesa dei nostri o di altri piloti; o, ancora, scegliendo quella televisiva, che ci permette di vivere in modo più dinamico la gara. Gli amanti della storica visuale dall’alto in 2D non rimarranno delusi, data la possibilità – o, per meglio dire, l’obbligo – di vivere le gare da questo punto di vista, a velocità uguale o superiore a x4.

La modalità carriera è migliorabile

L’unica modalità, e quindi fulcro del gioco, è quella carriera, la cui ricezione ha spaccato in due gruppi i giocatori di F1 Manager 2022, sin dal 25 agosto. Infatti, coloro che si approcciano con la speranza di non dover apprendere troppe nozioni e di non essere sommersi da una gestione a tutto tondo, ma di avere piuttosto un controllo semplificato per quanto riguarda tutte le sfaccettature manageriali, non saranno delusi.

Uno scorcio di gara.

Si potranno senza dubbio commettere degli errori, soprattutto nella prima stagione di assestamento utile per l’assimilazione delle meccaniche ma, abituandosi alle azioni di base utili a gestire la scuderia, sarà possibile snellire i tempi inizialmente necessari tra un weekend di gara e l’altro, oltre ad ottimizzare la crescita delle prestazioni del team in maniera decisamente rapida.

Per chi non vuole privarsi della possibilità di condurre il GOAT Latifi al titolo iridato (il peggior pilota, sulla peggior macchina in griglia ndr), pur avendo a disposizione poco tempo, la buona notizia è che ogni sessione può essere simulata, a parte la gara stessa che, a sua volta, può essere velocizzata fino ad un massimo di x16.

Se in un primo momento la gestione sembra offrire grande varietà e profondità dal punto di vista dello sviluppo dell’auto, della ricerca di nuovi talenti lato staff e piloti, dell’edificazione di strutture che migliorano le statistiche dei pezzi costruiti – incrementando l’efficacia delle abilità di meccanici ed ingegneri, le entrate, la fiducia del board direttivo e l’appeal del team – lo stupore cede presto il passo alla noia. Una volta compreso il pattern di azioni da compiere per massimizzare ogni investimento, la fase di controllo totale della scuderia diventa troppo rapida, non offrendo più di un’alternativa valida allo sviluppo, che si riduce ad un mucchio di azioni obbligate per rimanere competitivi.

Pilota significa superstar

Il rating dei piloti risulta tutto sommato valido, considerando come non si possa mai accontentare tutti gli appassionati che, comprensibilmente, hanno delle preferenze e ritengono il proprio beniamino imbattibile.

In questa sede, tocca evidenziare come le statistiche sembrino essere effettivamente ben equilibrate e capaci di rispecchiarsi con coerenza sul comportamento dell’intelligenza artificiale del pilota. Al netto di qualche errore di troppo commesso dai driver più quotati, è in quelli più giovani e/o meno abili che i limiti imposti dalle statistiche provocano maggiore impatto.

Il nostro GOAT.

Fortunatamente, non esistono piloti che offrono performance ampiamente superiori alle proprie abilità, come il Norris del simulativo dei Codemasters, ad esempio.

Le statistiche che definiscono le qualità dei piloti, quantificate in centesimi, possono essere aumentate a piacimento dal giocatore, una presa di posizione forte in un genere in cui solitamente la crescita dell’atleta avviene in base ad uno schema predefinito, il quale può essere influenzato dal fruitore grazie a delle azioni esterne, ma che non permette mai di controllare totalmente la crescita.

Un lato negativo, già segnalato e che molto probabilmente sarà presto patchato, è proprio la crescita dei giovani piloti, che risulta fin troppo lenta anche per quanto riguarda i wonderkid, soprattutto nel caso in cui vengano assunti dal giocatore.

Bandiera a scacchi: traguardo centrato oppure occasione mancata?

F1 Manager 2022 è senza alcun dubbio un buon inizio di serie: la spina dorsale del gioco è certamente molto valida, pur strizzando forse troppo l’occhio all’appassionato casual che non si vuole complicare la vita e, pur provando un lieve senso di sfida, vuole ottenere risultati nel breve-medio termine.

La licenza ufficiale è utilizzata egregiamente, permettendo di spaziare nella selezione di staff e piloti, tra veri professionisti appartenenti al circuito della F1, F2 ed F3. Speriamo che i successori dell’edizione 2022 possano introdurre la possibilità di poter guidare i team delle categorie minori, per tentare la scalata verso l’Olimpo dell’automobilismo.

Festeggiamenti di rito.

Il lato gestionale è, purtroppo, troppo abbozzato e, nonostante la buona impressione iniziale, rivela presto la poca profondità che può offrire. Non si provi quindi a paragonarlo a Football Manager: da questo punto di vista ne uscirebbe con le ossa rotte. Il gestionale di Sports Interactive, infatti, dispone di un database, composto da dati micro e macroeconomici, di qualità e di scouting dei giocatori letteralmente mastodontico e una gestione a tutto tondo delle squadre, con la possibilità di delegare delle funzioni per diminuire il livello di sfida o di coinvolgimento in tutti i complessi livelli di controllo della squadra.

La cronaca inglese è molto più completa e coinvolgente di quella italiana: quest’ultima non offre i commenti dei telecronisti ufficiali, ma solo delle generiche descrizioni delle piste e qualche frase che sottolinea un’uscita di pista, un incidente o un testacoda. Nonostante una piccola percentuale di appassionati non apprezzi il commento del duo Vanzini-Genè, sarebbe stato coinvolgente poter gestire i nostri piloti accompagnati da esclamazioni a noi ormai consuete.

Alla data in cui scriviamo, diversi bug devono essere ancora risolti, alcuni dei quali possono rovinare l’equilibrio del gioco: tra i tanti, va segnalata un’impostazione nello sviluppo dei componenti che permetterebbe di elaborare parti di qualità sensibilmente superiore a quelle dei team avversari, provocando risultati fin troppo irrealistici già nel corso della prima stagione, anche da parte di team inizialmente mediocri, come la Williams.

Sebbene sia stata rilasciata una corposa prima patch al day one, la situazione pare non essere cambiata. Ciò sottolinea come Frontier dovrà impegnarsi ancora a lungo, prima di rendere F1 Manager 2022 privo di gravi bug che possono rovinare l’esperienza di gioco.

F1 Manager 2022 rimane, comunque, un must per gli appassionati di Formula 1 e per tutti quelli che vogliano affacciarsi a un genere complesso come quello gestionale, senza rischiare di rimanere sepolti da troppe meccaniche di gioco. Ma, banalmente, è rivolto persino a chi, semplicemente, desideri da troppo tempo un gioco, licenziato ufficialmente, di questa fattura.

JR