Skip to main content

Esenin: il poeta contadino, teppista e unico

Sergej Aleksandrovič Esenin è uno dei poeti di maggior spicco del Secolo d’Argento della Poesia Russa, ma poco conosciuto all’estero.

In questo articolo non desideriamo fare un’analisi didattica dei versi di Esenin, ma vorremmo farvi conoscere un poeta noto solo tra gli addetti ai lavori. Attraverso testimonianze video, foto e giusto qualche verso, speriamo di incuriosirvi nell’approfondire l’opera di questo artista.

Un periodo storico emblematico

I primi anni del Novecento in Russia sono un periodo di grande fervore ed enorme cambiamento storico e sociale. Dalla prima Rivoluzione del 1905, che ha ottenuto la costituzione della Duma e successivamente l’ascesa di correnti politiche proletarie, alla Rivoluzione di Ottobre con la destituzione dell’Impero zarista e alla nascita dell’Unione Sovietica, sono tantissime le motivazioni che hanno portato un tale stravolgimento (ma non preoccupatevi, non staremo qui a descriverle tutte).
Basti sapere che la società russa era profondamente diversa da quella europea. Nel 1861 l’Italia si univa in un unico regno, mentre in Russia veniva abolita la schiavitù.

Come sappiamo, gli avvenimenti storici si riflettono sulla produzione artistica del periodo di riferimento e questo caso non fa eccezione. Oltre a una vastissima opera artistica, i primi decenni del secolo scorso hanno visto una concentrazione di poeti che hanno testimoniato la nascita di movimenti proletari e, soprattutto, le atrocità di cui l’uomo è capace.

Con l’avvento del socialismo, la salita al potere di Lenin e in seguito nel 1924 di Stalin, gli intellettuali sono stati inesorabilmente presi di mira, come sempre accade quando siamo di fronte a regimi politici. Tra questi, impossibile non nominare Anna Achmatova e il suo dolore per aver perso il marito Gumilëv, anche lui poeta e morto fucilato nel 1921, e per avere avuto il figlio Lev in un campo di lavoro per quattordici anni. O anche Vladimir Majakovskij, prima sostenitore del regime e poi morto suicida nel 1930.

Sono anni passati alla storia come Epoca d’Argento della Poesia Russa, ma pochi conoscono Sergej Esenin al di fuori dei confini russi.

Sergej Aleksandrovič Esenin

Scrittori e salute mentale

Più volte nei nostri articoli abbiamo parlato di salute mentale e chi scrive in determinate epoche ha ovviamente problematiche non indifferenti. Ogni scrittore russo porta un’indagine dell’animo umano talmente profonda che è impossibile negare quanto siano stati influenzati dall’ambiente che li circondava. Gli autori russi non sono di certo famosi per l’allegria; quindi, non è così strano pensare quanto le loro esperienze personali siano finite nelle loro opere.
Esenin, ovviamente, non fa eccezione.

Nato a Konstantinovo, nella provincia di Rjazan’, Esenin è stato il cosiddetto poeta contadino, anche se la sua poetica si è evoluta drasticamente nel corso della sua carriera. Da versi in cui si immergeva nella natura, sognante e nostalgica, a poesie imaginiste fino a un ultimo periodo difficile a livello psichico e costellato da un costante alcolismo. Esenin è il perfetto esempio di uomo e letterato nato nel periodo sbagliato. Un uomo illuso dal comunismo, che ha compreso quanto il mondo non fosse quello che aveva sognato e sperato. È stato un ragazzo pieno di aspettative e sogni che però sono stati tragicamente infranti con il passare degli anni. Più volte ricoverato in cliniche psichiatriche nel corso della sua vita, muore ufficialmente suicida il 28 dicembre 1925 a soli trent’anni. I dubbi sulla sua morte non si sono mai dissipati, come tanti decessi di intellettuali russi. Possiamo facilmente intuire che le morti sospette sono da tantissimo tempo una pratica comune nei confronti delle personalità “scomode”, fino ai giorni nostri.

Sergej Esenin e alcuni componimenti.

Come dicevamo, non ci dilungheremo nell’analisi delle sue poesie. Quello che desideriamo fare è introdurvi al mondo di Esenin, all’apparenza semplice ma complesso. In nostro soccorso esistono le versioni originali recitate dall’attore russo Sergej Bezrukov, il quale ha recitato il ruolo di Esenin nella serie tv a lui dedicata.

Sergej Bezrukov nei panni del poeta Sergej Esenin.

Dei vari periodi, vi porteremo esempi di poesie che esprimono il tono e la musicalità che contraddistinguono la poetica di Esenin in quel determinato momento.

Dal periodo contadino, desideriamo farvi leggere Ehi tu, Rus’, amata mia (Гой ты, Русь, моя родная) datata 1914, dall’edizione di Poesie e poemetti a cura di Eridano Bazzarelli. I riferimenti alla religione, alla terra, al misticismo della terra stessa, alla campagna sono gli elementi fondanti di questi versi.

Ehi tu, Rus’, amata mia,
Capanne – e icone incorniciate –
Non si vede né limite né fine –
Solo l’azzurro che succhia gli occhi.
Come un pellegrino che passa,
Io guardo i tuoi campi.
E presso i bassi confini
Sonoramente seccano i pioppi.
Odora di mele e di miele
Nelle chiese il tuo mite Salvatore.
E rimbomba nel girotondo
Sui prati la gaia danza.
Correrò sul calpesto sentiero
Verso la libertà dei verdi solchi,
Mi accoglierà, come suono di orecchini,
Il riso di cantanti fanciulle.
Se griderà la santa schiera:
“Lascia la Rus’, vivi in paradiso!”
Io risponderò:
“Non voglio il paradiso,
Lasciatemi la mia terra nativa”.

S. Esenin (1914), Ehi tu, Rus’, amata mia


Del periodo imaginista, iconica è la poesia Confessioni di un teppista del 1920, probabilmente il componimento più famoso di Esenin. In questi versi vi è un perfetto connubio tra il passato contadino dell’autore, con i riferimenti ai genitori e alla campagna rurale della provincia di Rjazan’, e il presente in cui è un famoso e richiestissimo poeta. Quest’opera è stata adattata da Angelo Branduardi nella sua Confessioni di un malandrino, canzone di cui pochi conoscono l’origine.


Ma perché Esenin definisce se stesso un teppista?

Per capire al meglio il significato che sta dietro a questo soprannome, è opportuno guardare la vita che il poeta conduceva. Intorno al 1920, Esenin era già separato dalla prima moglie Zinaida Nikolaevna Rajch, viveva a Mosca e conduceva una vita da scapolo. Inoltre iniziò a conoscere tantissime donne, a bere e a mangiare poco. Facile intuire come le serate passate nelle bettole, ubriaco e spesso coinvolto in risse, abbiano portato al poeta una fama da teppista. Questa vita, però, ebbe delle conseguenze non solo sulla salute fisica e mentale del poeta, ma anche sulla sua situazione politica.

Gli anni Venti del Novecento in Russia furono turbolenti: prima la Rivoluzione, poi la guerra civile e la salita al potere di Lenin e successivamente di Stalin. All’inizio del movimento comunista, Esenin fu uno dei sostenitori, ma con il passare degli anni questa convinzione venne meno. Insieme allo stile di vita sregolato e il fatto che la politica abbia disilluso le sue aspettative, il poeta si sentì sempre più fuori posto. La salute mentale iniziò a crollare, visioni e manie di persecuzione diventarono episodi ormai quotidiani nella vita di Sergej Esenin. La vita amorosa non gli portò sollievo, dacché la passione travolgente con la ballerina americana Isadora Duncan fu costellata da alcol, droghe e feste, ma in poco tempo si esaurì. Questi furono gli anni imaginisti, di cui parleremo in modo approfondito più avanti.

Un esempio delle condizioni dello scrittore è il poema L’Uomo Nero del 1925, in cui vi è un dialogo tra Esenin e una figura misteriosa. Questi versi rispecchiano alla perfezione la sua sanità psichica. Infatti è facilmente visibile il tema del doppio, in cui l’Uomo Nero non è altri che Esenin stesso.

Dai versi emerge la consapevolezza che la dipendenza dall’alcol è tra i responsabili dei suoi mali, seppur sembra solo ipotizzarlo. La visione di un uomo vestito di nero che legge la vita di un poeta mascalzone e furfante incute ansia e timore sia in Esenin sia in noi lettori. Ovviamente la figura misteriosa sta raccontando la vita di Sergej, citando anche l’amante che aveva più di quarant’anni, chiaro riferimento a Isadora Duncan, con cui il poeta era stato sposato.
È un poema che racconta il tormento interiore di una persona che fatica a gestire la notorietà e la pressione psicologica.

L’ultima poesia

Abbiamo già parlato del suicidio di Esenin e di come la sua morte sia circondata dal mistero, avallato anche dai suoi ultimi versi. Composti con il sangue la mattina del 27 dicembre 1925, Esenin li consegna all’amico Vol’f Iosifovič Erlich, il quale li leggerà soltanto dopo aver appreso la notizia del decesso. Quest’ultima poesia si intitola Arrivederci, amico mio, arrivederci (до свиданья, мой дуг, до свиданья).

Arrivederci, amico mio, arrivederci.
Mio caro, tu sei nel mio cuore.
Il distacco predestinato
Promette un incontro futuro.
Arrivederci, amico mio, senza saluto, senza parole.
Non essere triste e non aggrottare le sopracciglia.
In questa vita morire non è una cosa nuova,
Ma anche vivere, certamente, non è una novità.

S. Esenin (1925), Arrivederci, amico mio, arrivederci

Senza un destinatario specifico, questo componimento mostra un Esenin sereno e non in preda alle allucinazioni come abbiamo visto precedentemente ne L’Uomo Nero. Sembra rassegnato nei confronti del destino che lo attende, ma allo stesso tempo risoluto nelle intenzioni. Tuttavia è evidente che non voglia risolvere i suoi problemi: è, di fatto, una resa. Evita anche un confronto con questo amico, consapevole probabilmente che i suoi affetti avrebbero provato a dissuaderlo.

Un poeta unico

Questi pochissimi ma significativi versi ci mostrano l’evoluzione poetica di Esenin, uno scrittore in grado non solo di evolversi ma capace di differenziarsi dai contemporanei. Egli infatti ha avuto amici e colleghi, come tutti gli autori, che hanno in qualche modo influenzato il suo stile.

Del periodo contadino ricordiamo Nikolaj Alekseevič Kljuev, amico e maestro di Esenin, il quale aveva temi e ideologie simili alla poetica eseniniana che si stava proprio formando in quegli anni, seppure i due stili fossero molto diversi. Tuttavia Kljuev divenne presto geloso ed esigeva il controllo della carriera del poeta più giovane e non tollerava le sue avventure amorose. I dissapori aumentarono, così come crebbe il desiderio di indipendenza di Esenin, quindi i due si allontanarono sempre di più e Esenin si unì poi alla corrente imaginista. Nonostante ciò, i rapporti si distesero con il passare degli anni attraverso rari scambi epistolari, ma non furono più colleghi come in precedenza.

Esenin e Kljuev



Un altro amico fondamentale nella vita del poeta è Anatolij Borisovič Mariengof, collega imaginista. Tra i due non ci fu tanto influenza poetica, quanto personale: insieme frequentavano i caffè letterari, le bettole e condividevano vizi e divertimenti. I quattro anni di questo sodalizio furono intensissimi e portarono Esenin a un’enorme fama. Anche tra loro, però, i rapporti finirono probabilmente a causa dell’ambizione di Mariengof. Immaginiamo come non fosse facile stare vicino a Sergej Esenin in quegli anni, soprattutto a causa della sua crescente notorietà e al fatto che Mariengof venisse preso in considerazione solo in funzione dello stesso Esenin.

Esenin e Mariengof


Nonostante Esenin non sia stato capace – per volontà sua o altrui – di portare avanti queste amicizie per lungo tempo, è innegabile come siano state parte integrante della sua poetica e della sua persona. Non a caso i rapporti non duraturi furono una costante, sia in amicizia sia in amore. E per una persona dipendente dall’alcolismo e in preda a frequenti deliri, la mancanza di una stabilità emotiva ha giocato un ruolo importante nella discesa fisica e psichica.

Esenin oggi

Ai giorni nostri, Sergej Esenin è ricordato in Russia come un grande poeta, mentre in generale è solo accennato nei programmi delle nostre Università. Tuttavia a Mosca si ricorda ogni anno la sua nascita, il 3 ottobre, quando molte persone si riuniscono davanti alla sua tomba per lasciare fiori e per cantare i suoi versi al cimitero Vagan’kovskoe.

Vi è inoltre una statua nel centro della città, più precisamente a Tverskoij Bul’var, viale dove passò il corteo funebre e poco lontano da Piazza Puškin (Puškinskaja ploščad’), dove si erge il monumento dedicato a Aleksandr Sergeevič Puškin, sommo poeta russo.

Insomma, Sergej Esenin è un poeta che è rimasto impresso nell’immaginario pubblico come un artista tragico che sapeva catturare la bellezza della vita e della terra, purtroppo non in grado di fronteggiare la fama e moderare gli eccessi. Una vita breve ma intensa che gli ha regalato gloria eterna, un poeta i cui versi meritano di essere conosciuti in tutto il mondo.

MS