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La Ruota del Tempo su Prime è un inizio promettente, dopotutto

Dopo la conclusione di Game of Thrones nel 2019, vero e proprio successo televisivo in grado di incollare allo schermo milioni di spettatori per ben otto stagioni, c’è stata una vera e propria rincorsa per trovare e adattare su schermo un’opera in grado di colmare il vuoto lasciato dalla serie HBO.

Tra il 2017 e il 2019 vennero infatti annunciate numerose serie tratte da libri fantasy, adult e young-adult, di successo tra cui:

e, ovviamente The Wheel of Time (La Ruota del Tempo), tratta dalla saga di Robert Jordan, uscita su Amazon Prime sul finire del 2021.

La Ruota del Tempo
I nostri protagonisti! Da sinistra: Nynaeve, Matt, Lan, Moiraine, Egwene, Perrin e Rand

La Ruota gira e ordisce come vuole

Quella di Robert Jordan è tra le saghe Epic Fantasy classiche più famose, amate e anche un po’ temute di sempre. La saga iniziata nel 1990 e scritta nell’arco di più di vent’anni, si compone infatti di ben 14 volumi (di seguito l’elenco) di circa 1000 pagine ciascuno e quasi 3000 personaggi nominati.

  1. L’Occhio del mondo
  2. La Grande Caccia
  3. Il Drago rinato
  4. L’Ascesa dell’ombra
  5. I Fuochi del cielo
  6. Il Signore del caos
  7. La Corona di spade
  8. Il Sentiero dei Pugnali
  9. Il Cuore dell’inverno
  10. Crocevia del crepuscolo
  11. La lama dei sogni
  12. Presagi di tempesta
  13. Le Torri di Mezzanotte
  14. Memoria di luce
  15. Nuova Primavera (prequel che è possibile leggere solo dopo l’undicesimo libro)

La Saga, purtroppo, ha avuto anche un periodo travagliato. Infatti in seguito alla morte dello scrittore nel 2007 si è temuto rimanesse incompiuta.
Jordan però, conscio delle precarie condizioni di salute, aveva predisposto appunti, annotazioni e materiale affidando tutto alla moglie Harriet McDougal e al suo editore. Qualche mese dopo venne annunciato che Brandon Sanderson avrebbe portato a compimento l’opera. Nel 2013 esce l’ultimo volume, Memorie di Luce chiudendo un percorso iniziato tanti anni prima.

“La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere.
In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, ‘un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa’, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia.
Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.”

L’Occhio del Mondo, Capitolo 1, pag. 19

Quando si pensa a La Ruota del Tempo, il primo aggettivo che viene in mente è: mastodontica.
Una saga complessa, lunga. Che richiede tempo, attenzione e pazienza.

Jordan costruisce un mondo intero fatto di culture e tradizioni differenti, profezie, un sistema magico dettagliato e ambientazioni suggestive.
Il primo libro della Ruota del Tempo, potrebbe ricordare  moltissime opere fantasy, da Il Signore degli Anelli a Il Ciclo dei Belgariad e tanti altri, poiché sfrutta topoi narrativi ed elementi cari a questo genere. Ma via via che la storia si snoda l’opera si distacca per mostrare la sua originalità.

La narrazione, infatti, si fa maggiormente corale per consentire di avere un quadro il più ampio e dettagliato possibile. Vengono aggiunti sottili intrighi e una vera e propria moltitudine di eventi e personaggi.
Quella che era iniziata come l’avventura di Rand, Perrin, Egwene, Matt e Nynaeve per sconfiggere il Male diventa un viaggio di crescita personale, di scoperta e trasformazione.

Quella de La Ruota del Tempo è la storia di un mondo intero. Di tutti i suoi popoli alle prese con guerre e alleanze. Un’opera capace di conquistare il cuore di migliaia di lettori nel corso di generazioni, ponendosi come pietra miliare e punto di riferimento nel panorama letterario epic fantasy.
In breve un’opera non da poco, specialmente da adattare a serie Tv.

La Ruota del Tempo
Rosamund Pike nei panni di Moiraine.

Fa che il Drago cavalchi di nuovo sul vento del tempo

Quando si parla di adattamenti e trasposizioni sembra necessario fare una dovuta premessa: ciò che viene adattato non sarà mai uguale al materiale originale.
Su questo bisogna mettersi un po’ l’animo in pace. L’immaginazione di un lettore è infinita, difficilmente replicabile e non deve fare i conti con nulla se non con se stessa.

Ben diverso è il passaggio da libro a film/serie tv. Non non solo bisogna tener conto di budget e del sempreverde “non tutto quello che funziona su carta, funziona su schermo” ma anche del target di riferimento. Volenti o nolenti, il materiale originale viene rivisto per essere reso “appetibile” a un pubblico il più vasto possibile tenendo conto proprio dei gusti di quest’ultimo.

Questo preambolo per dire che se già adattare un’opera in generale non è così scontato, con la Ruota del Tempo e la sua narrazione densa e dettagliata, dove ogni collegamento è importante, scegliere su cosa focalizzarsi è tutt’altro che facile.

Se già nel 2004 erano stati venduti i diritti cinematografici alla Red Eagle Entertainment, è solo nel 2017 che viene annunciato da Sony Pictures Television un nuovo adattamento in associazione con Red Eagle Entertainment, e nel 2018 viene concluso l’accordo con Amazon Studios come produttore e Amazon Prime Video come distributore.

La prima stagione di The Wheel of Time è composta da 8 episodi:

  1. Leavetaking (Commiato)
  2. Shadow’s Waiting (L’ombra attende)
  3. A Place of Safety (Un luogo sicuro)
  4. A Dragon Reborn (Il Drago Rinato)
  5. Blood call Blood (Sangue chiama Sangue)
  6. The Flame of Tar Valon (La Fiamma di Tar Valon)
  7. The Dark Along the Ways (Tenebre lungo le Vie)
  8. The Eye of The World (L’Occhio del Mondo)

e si basa principalmente sul primo libro L’Occhio del Mondo, ma gli sceneggiatori hanno attinto anche al secondo e terzo volume per alcuni personaggi ed eventi.

La storia vede Moiraine (Rosamund Pike), una Aes Sedai, e il suo Custode Lan (Daniel Henney) arrivare nel villaggio di Emond’s Field nei Fiumi Gemelli per trovare il Drago Rinato: una figura che, secondo le profezie, può distruggere il mondo o salvarlo dal Tenebroso. La donna individua quattro adolescenti, Rand (Josha Stradowski), Egwene (Madeleine Madden), Matt (Barney Harris) e Perrin (Marcus Rutherford) come potenziali Draghi e il suo compito diventa quello di guidarli e soprattutto proteggerli.

In un momento in cui tutti vogliono replicare Game of Thrones riprendendo i tropi che ne hanno decretato il successo, La Ruota del Tempo si discosta puntando maggiormente alla rappresentazione, in special modo delle donne. Fa proprio il mondo multiculturale creato da Jordan evitando sensazionalismi di qualunque tipo.
Una narrazione che ricorda più quella de Il Signore degli Anelli di Jackson e con un certo messaggio: lo “shock” (a cui ci aveva abituato GoT) non è l’unico modo per attirare l’attenzione degli spettatori.

La Ruota del Tempo
Rand, Perrine Matt

Il discostamento dall’opera originale è palese, ma se come abbiamo detto una copia carbone dei libri non può esistere, l’adattamento può essere visto come “aggiunta” a questi.

Jade Judkins (showrunner della serie e fan di vecchia data della saga), accorpa o anticipa eventi, mostra episodi che nei libri sono solo accennati, taglia scene, semplifica, invecchia i personaggi, imposta un tono meno solenne per approcciarsi a un target più moderno ma mantiene il nucleo della storia.
Gli episodi riescono a dare un’idea del mondo creato da Jordan, stuzzicando l’interesse degli spettatori per una seconda stagione, già confermata.

La serie Amazon non è esente da difetti tra cui spiccano una CGI spesso mediocre che ricorda le serie fantasy anni ‘90, costumi non sempre azzeccati e una recitazione a tratti sottotono (si salva Rosamund Pike che anche con un solo sopracciglio alzato rende bene il personaggio).
Anche alcune modifiche e semplificazioni al materiale originale (che causano tra l’altro qualche incoerenza) potevano essere evitate. A tal proposito salta all’occhio nella prima puntata un personaggio secondario creato appositamente per morire (chiaro esempio di fridging), un espediente narrativo davvero cheap e in questo caso decisamente inutile.

Un’Aes Sedai è dieci donne in una sola pelle

Il cambiamento più evidente riguarda però il cambio di prospettiva.
Se il focus nei libri è su Rand, il cui ruolo da protagonista è ben chiaro sin dall’inizio, qui la scelta narrativa è di dare rilevanza a Moiraine (Rosamund Pyke) e alle Aes Sedai, lasciando un’aura di mistero sulla figura del Drago Rinato.
Quello delle Aes Sedai è un elemento cardine e fondamentale nei libri. Si tratta di un gruppo di donne in grado di incanalare la parte femminile (Saidar) dell’Unico Potere. Il loro compito è quello di scovare la minaccia costituita dagli uomini in grado di incanalare e sconfiggere il Tenebroso.

La Ruota del Tempo
Le sette Ajah delle Aes Sedai

Nella serie si è scelto di dare appunto prevalenza a questa organizzazione, permettendo allo spettatore di cogliere le logiche interne, le faide e i nemici di queste donne. La scelta è evidente già nella sigla stessa ma trova compimento soprattutto negli episodi Blood Call Blood e The Flame of Tar Valon.
Due episodi che vanno ad ampliare nello specifico le dinamiche tra Aes Sedai e Custodi, introducono la figura l’Amyrlin Seat (Siuan Sanche interpretata da Sophie Okonedo) ed evidenziano i rapporti tra le varie Aes Sedai e le diverse volontà nella gestione del Drago Rinato.

Il rapporto tra le Aes Sedai e il Drago Rinato è tra i più complessi e difficilmente gestibili. Quasi un gioco sottile, fatto di tattiche, strategie e segreti ma fatto anche di profonda diffidenza e malcelato risentimento.

La serie si concentra molto su questa organizzazione femminile di potere. Riuscendo a dare ampio respiro alla sua rappresentazione su schermo e ponendola da subito come punto di riferimento.

La Ruota del Tempo
Siuan Sanche, Amyrlin Seat delle Aes Sedai, interpretata da Sophie Okonedo

La Ruota del Tempo è tutt’altro che perfetta eppure sa difendersi abbastanza bene nel panorama delle serie tv fantastiche.
La storia più lenta e pacata volta più alla narrazione in senso stretto che alla spettacolarizzazione, mostra la volontà di discostarsi dal modello Game of Thrones per rivelare tutto il suo potenziale.
Va corretto il tiro su alcuni aspetti ma The Wheel of Time ha posto basi abbastanza solide in vista di una seconda stagione che, speriamo, dimostri tutto il suo valore.

CC