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Gli anime e l’intrattenimento “prêt-à-regarder”

Di animazione giapponese ce n’è davvero per tutti i gusti. Tantissime le categorie e pressoché infiniti i temi tra cui scegliere: un vero hot pot dai poteri magici e poliedrico come poche altre forme di intrattenimento.

La durata delle singole puntate e la recente tendenza nel diminuire sempre più la corposità delle stagioni, stanno rendendo il prodotto più agile e conforme alla soglia di attenzione media. Il breve minutaggio degli episodi è uno dei punti di forza: difficile annoiarsi in poco più di quindici minuti di visione, tanto più se ci sono anche degli intermezzi a metà puntata che ne spezzano la frenesia. Ancora meglio se il mangaka e la casa di animazione sono in grado di inserire – anche nelle scene più drammatiche e concitate – delle tavole e, quindi, delle animazioni che si prendono ironicamente poco sul serio.

Ma proseguiamo con ordine e vediamo alcune delle serie più amate degli ultimi anni.

Boku no Hero Academia (2016 – in corso)

Cosa succederebbe se circa l’80% degli esseri umani avesse dei poteri sin dalla più tenera età? Quanti di loro sarebbero eroi e quanti, invece, li ostacolerebbe diventando dei super cattivi? Come andrebbero educati dei ragazzini potentissimi? Le risposte – e molto altro – sono il tema di Boku no Hero Academia, traducibile letteralmente con “La mia accademia da eroe”, opera a fumetti ancora in fase di realizzazione da parte del mangaka Kōhei Horikoshi.

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Alcuni dei protagonisti dell’anime.

La classe 1-A dell’Accademia per eroi Yuuei è la protagonista di questo Shōnen animato – a partire dal 2016 – dallo studio Bones. Midoriya Izuku, Todoroki Shouto, Bakugo Katsuki, Uraraka Ochaco, Asui Tsuyu sono tra i protagonisti principali ma il manga e la serie sono così corali che nominare tutti i personaggi risulterebbe assai tedioso!

Ognuno infatti ha il suo Quirk o Unicità e deve imparare a allenarla e a controllarla per ottenere la licenza di Heroes. Sebbene la stragrande maggioranza della popolazione possegga un proprio peculiare potere, solamente in pochi possono essere degli eroi e salvare i comuni cittadini – che non possono, quindi, usare la loro unicità per combattere – dagli attacchi dei Supervillains. Pieno di avventure, sconvolgimenti, drammi e azioni al cardiopalma l’anime ha riscontrato e continua a possedere un ampio successo di pubblico.

È molto complesso staccarsi dalla sequela di puntate (138 in totale, ad oggi) che costituiscono l’anime stesso; gli appassionati inoltre noteranno subito la numerosità – ormai sempre più vintage – delle 25 puntate a stagione (che, attualmente, sono sei). Sempre più frequentemente gli studi di animazione preferiscono distribuire al pubblico meno episodi insieme, andando spesso a dividere in parti quello che – solitamente – nel manga è un unico lungo arco narrativo. La durata degli episodi di MHA (My Hero Academia) è quella consueta degli anime, circa un venticinque minuti cadauno, che incrementa il ritmo già veloce spingendo inevitabilmente al binge-watching.

Gli inutili (2023)

Piccolo excursus ma questo libro merita una piccola menzione! Con le stesse vibes di MHA c’è anche il romanzo dell’italiano Francesco Nucera, edito Acheron Books e pubblicato il 31 marzo 2023, in cui si specula su cosa succederebbe in Italia se comparissero i supereroi. L’ironia è uno dei tratti significativi del libro e non mancano le scene esilaranti che coinvolgono il giovane protagonista, il suo amico – palesemente appartenente al corrispettivo nostrano della Sezione di Supporto della Yuuei – e il suo interesse amoroso.

Un romanzo di circa 300 pagine che si fa leggere come se si possedesse la super velocità alla Flash (per i fan DC Comics) o alla Quicksilver (per i fan Marvel Comics); gli amanti di MHA sicuramente lo troveranno interessante e un buon modo di attendere l’uscita della settima stagione.

Ci sono anche dei rimandi alla serie televisiva The Boys – tratta dalla serie comics omonima frutto della mente dello scrittore Garth Ennis e del disegnatore Darick Robertson – prodotta e distribuita da Amazon Prime e nota per la spietatezza di alcune scene.

Ancora una volta, la conferma che il fantasy e il fantastico italiano non hanno nulla da invidiare a quello delle importazioni, specialmente proveniente dall’area angloamericana.

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Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba (2019 – in corso)

Lo studio Ufotable ha esponenzialmente moltiplicato i suoi proventi animando l’omonimo manga Shōnen di Koyoharu Gotouge già terminato sia in Giappone – pubblicato dal 2016 al 2020 – che in Italia, in cui l’ultimo volume, il numero 23, è uscito da pochissimo: il 12 aprile 2023.

Il titolo è da intendersi letteralmente, in italiano, con “La spada dell’ammazzademoni” ma ahimè ancora una volta la traduzione dall’evocativo idioma nipponico al più diffuso inglese non è sempre la più fedele. Guardando questo anime, ci si trova immersi nella storia di Tanjiro Kamado che, a causa del più antico demone in circolazione Muzan Kibutsuji (tantissimi i meme in cui viene paragonato al compianto Michael Jackson), si trova la famiglia sterminata e la sorella minore Nezuko trasformata in demone.

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I fratelli Kamado, Tanjiro e Nezuko, in uno dei poster promozionali.

È il fortuito incontro con il Pilastro – in originale Hashira – dell’acqua, l’inespressivo Giyu Tomioka, che permette a Tanjiro di scoprire l’esistenza della Squadra degli Ammazzademoni e lo spinge nel provare a farne parte.

Attualmente è in fase di conclusione la terza stagione, e finora si annoverano un totale di 55 episodi, destinati ad aumentare visto che è in produzione la quarta (e forse ultima?) stagione.
Esistono anche due adattamenti cinematografici: il primo è Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba the Movie – Mugen Train del 2020 che va a anticipare, di circa due mesi, la distribuzione dei sette episodi della seconda stagione. Il secondo è il compilation movie Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – To the Swordsmith Village del 2023 che raccoglie i due episodi finali dell’arco narrativo intitolato Entertainment District e il primo di quello detto del villaggio dei forgiatori di spade.

Accompagnato dagli ammazzademoni e amici Zen’itsu Agatsuma e Inosuke Hashibira (che chiama il protagonista nei modi più disparati) e con la sorellina chiusa in una scatola di bambù che tiene sulle spalle, Tanjiro si avvia – superando missioni con difficoltà crescente – a sterminare Muzan e le Dodici Lune Demoniache. Un vero gioiello per gli appassionati di shōnen e degli anime in generale perché la qualità dell’animazione, specialmente quella dei frequenti combattimenti, è davvero spettacolare. Il ritmo al cardiopalma, poi, permette di tenere incollati gli spettatori allo schermo e di fare loro desiderare di avere sempre episodi a disposizione.

Non mancano scene esilaranti e slices of life come tutti gli allenamenti che fanno gli amati protagonisti: davvero divertenti sono i cambi di stile nell’animazione quando qualcuno di loro fa delle espressioni buffe, una vera perla in un prodotto già sublime di per sé. Peccato che le stagioni siano molto brevi, anche vista l’ottima fedeltà al manga da cui è tratto, e che l’unico modo che hanno gli appassionati di sopperire a tale mancanza sia proprio quella di leggersi il fumetto originale.

Jujutsu Kaisen – Sorcery Fight (2020 – in corso)

Il mangaka Gege Akutami  è l’ideatore di questa serie di manga, ancora in corso, pubblicata a partire dal 2018 a cui fa seguito l’adattamento anime del 2020 a opera dello studio di animazione Mappa (Maruyama Animation Produce Project Association), già famoso dai fruitori del genere per l’aver realizzato Yuri!!! on Ice, Shingeki no kyojin: Attack on Titan – The Final Season e Chensōman: Chainsaw Man.

Il protagonista è il liceale Yuji Itadori che si trova a ingerire un dito del potentissimo demone Sukuna e ad avvicinarsi così alla stregoneria entrando proprio all’Istituto di Arti Occulte di Tokyo. Il suo Sensei è l’affascinante Gojo Satoru – per animargli il formidabile azzurro degli occhi lo studio di animazione dichiara di spendere ampie porzioni del proprio budget – e i suoi compagni Megumi Fushiguro, Nobara Kugisaki, Maki Zen’in, Toge Inumaki e Panda.

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I protagonisti principali dell’anime animato da Mappa.

Esilarante lo stacco comico, probabilmente fatto per alleggerire gli animi degli spettatori al termine di alcune puntate particolarmente impegnative, fornito dal primo ending: JUJUTSU KAISEN – Ending | Lost in Paradise feat. AKLO in cui vediamo i seriosi protagonisti fare un balletto che non ci si aspetterebbe mai di veder loro compiere durante il minutaggio degli episodi.
Le 24 puntate della prima stagione sono precedute da un lungometraggio prequel Gekijōban Jujutsu Kaisen Zero: Jujutsu kaisen 0 – Il film, distribuito nel 2021, in cui appare Gojo con lo studente di arti occulte Yuta Okkotsu alle prese con lo spirito della sua amica d’infanzia Rika Orimoto.

Nell’anime non mancano gli scontri entusiasmanti e adrenalinici degli studenti e del loro maestro sia con gli altri demoni, in primis lo stesso Sukuna che intende riprendere possesso di tutte le sue dita sparse per il Giappone, e con gli studenti di un’altra scuola di Arti Occulte, quella di Kyoto come la gemella di Maki Mai Zen’in e come Aoi Todo, Kasumi Miwa, Kokichi Muta e Momo Nishimiya.

Hunter X Hunter (2011 – 2014) e Pretty Guardian Sailor Moon (1992 – 1997 e reboot 2014 – in corso)

Titoli ben più classici, ormai entrati nella storia dell’animazione giapponese sono frutto della fantasia e delle capacità di illustrazione di una coppia sposata: il creatore di Hunter X Hunter, Yoshihiro Togashi, e l’artefice di Pretty Guardian Sailor Moon, Naoko Takeuchi, sono infatti marito e moglie. Hanno incantato con le loro storie un numero esponenzialmente alto di giovani menti – rispettivamente a partire dal 1998 per Togashi e dal 1991 per Takeuchi – e il successo degli anime e della loro massiccia distribuzione ne sono la prova.

Si tratta rispettivamente di uno Shōnen e uno Shōjo entrati nei cuori e nelle menti della stragrande maggioranza dei fruitori degli anime. Lo studio Madhouse ha il merito di aver animato le 146 puntate del reboot del manga da cui è tratto, divise in tre stagioni di diversa lunghezza, dando modo di vedere tutto ciò che il mangaka ha immaginato: i protagonisti Gon Freecss, Killua Zoldick, Kurapika e Leorio Paladinght sono degli Hunter professionisti, ovvero cacciatori di misteri che, dopo aver superato un esame di abilitazione particolarmente complesso, possono dedicarsi alle loro pericolose ricerche.

La forza di questo shōnen sta nei personaggi, soprattutto i co-protagonisti ma anche i vari cattivi (come Hisoka Morou, Illumi Zoldick, Meruem) dei diversi archi narrativi, molto ben costruiti, così come nella capacità di creare una trama dinamica e a cui è facile appassionarsi.

Un’altra particolarità è la complessità del “sistema magico”, o meglio, del modo in cui i personaggi utilizzano il Nen cioè l’abilità innata in ogni essere vivente che permette la manipolazione dell’aura.
La predisposizione naturale di ogni utilizzatore inoltre rende particolarmente intricato il combattimento all’interno del mondo di Hunter X Hunter che non è basato sulla mera forza fisica o sulle abilità mentali e tattiche di ognuno dei personaggi.

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Lo studio Toei Animation non si è lasciato sfuggire l’opportunità di riproporre agli appassionati un remake – in verità molto più fedele al manga – realizzando, a partire dal 2014, Sailor Moon Crystal.

In pochissimi e agili episodi (sono stati eliminati i numerosi episodi filler presenti nell’originale trasposizione andata in onda in Giappone dal 1992 al 1997) si ha l’occasione di ripercorrere le avventure di Usagi Tsukino, Ami Mizuno, Rei Hino, Makoto Kino, Minako Aino, Haruka Ten’ou, Michiro Kaiou, Setsuna Meiou, Hotaru Tomoe, Chibiusa e Mamoru Chibu rispettivamente le guerriere che vestono alla marinara della Luna, di Mercurio, di Marte, di Giove, Venere, Urano, Nettuno, Plutone e Saturno, la piccola Sailor Chibimoon e Tuxedo Mask.

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Le guerriere Sailor pronte a combattere.

Ai 39 episodi della serie si aggiunge il lungometraggio Pretty Guardian Sailor Moon Eternal – Il film diviso in due parti distribuite nel 2021, a cui si aggiungerà presto Pretty Guardian Sailor Moon Cosmos – The movie previsto per la distribuzione in Giappone a giugno 2023.

Inuyasha (2000 – 2004 e 2009 – 2010)

Uno degli Shōnen più celebri e amati è certamente quello che vede protagonista il mezzo-demone Inuyasha scritto e disegnato, tra il 1996 e il 2008, dalla mangaka Rumiko Takahashi. Lo studio Sunrise ha animato sia i 167 episodi del primo e più corposo blocco, andato in onda dal 2000 al 2004, che le 26 puntate di Inuyasha: The Final Act distribuite tra 2009 e 2010.

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Il gruppo dei protagonisti in una delle locandine.

La storia narra le avventure dello scontroso mezzo-demone cane, della liceale Kagome Higurashi (reincarnazione della sacerdotessa vissuta in epoca Sengoku Kikyo già menzionata qui), del bonzo Miroku, della sterminatrice e cacciatrice di demoni Sango accompagnata dalla fedele Kirara, un demone gatto, e del giovane demone volpe Shippo. Sono tutti uniti da una missione: uccidere il loro antagonista principale, il demone ragno Naraku, e recuperare i numerosissimi frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti accidentalmente colpita da una freccia scoccata dalla stessa Kagome all’inizio dell’avventura.

Non vanno dimenticati i quattro lungometraggi che si infilano nella trama dell’avventura principale, nati proprio per il forte successo che la saga ha riscosso, che sono: Inuyasha the Movie – Un sentimento che trascende il tempo (2001), Inuyasha the Movie – Il castello al di là dello specchio (2002), Inuyasha the Movie – La spada del dominatore del mondo (2003) e Inuyasha the Movie – L’isola del fuoco scarlatto (2004) – riuniti in un unico cofanetto Inuyasha The Complete Movies Collection disponibile a partire dal 2010.

Considerazioni finali

La breve durata delle puntate da 20/25 circa è una degli elementi cardine della formula vincente degli adattamenti – animati, televisivi e cinematografici – degli ormai diffusissimi manga (giapponesi e non solo) anche nelle stesse librerie tradizionali. Un’invasione – quella di queste opere di letteratura grafica – che si è consumata pian piano, quasi di soppiatto, e che va a confermare il successo di gradimento e di vendite che questi prodotti hanno anche fuori dal loro luogo di produzione per eccellenza.

Con essa c’è il sempre maggiore successo di pubblico, come dimostrano gli eventi che molti cinema sul territorio organizzano alla distribuzione dei film di animazione provenienti dall’area nipponica, e la grande presenza nel catalogo delle piattaforme di streaming di anime giapponesi. Un fenomeno in continua e stabile crescita, dunque, che “miete” spettatori da ogni angolo del globo. Forse è proprio l’essere così velocemente e facilmente fruibili il loro asso nella manica?

Certamente la bellezza delle animazioni è attrattiva ma che non sia proprio l’accoppiata con una durata, tutto sommato, contenuta l’elemento vincente di questo connubio? Non esistono risposte certe e univoche ma è certamente un fenomeno, molto stimolante e di ampia tematica, da tenere d’occhio.

ES