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Afrika: un gioco di ieri, perfetto per oggi

Vi siete mai immaginati mentre lavorate come fotografi di animali selvatici nella savana africana? No? Non siete gli unici. Ecco perché in pochi sanno che esiste un videogioco che permette proprio di farlo. Il suo nome è Afrika, rinominato in Hakuna Matata in Asia.

Le origini di questo videogioco arrivano dalla edizione del 2006 dell’Electronic Entertainment Expo. In quell’anno Sony presentava la sua nuova console, Playstation 3, e tra i tanti progetti c’era proprio Afrika. Sviluppato da Rhino Studio, kenyota nella forma, ma giapponese nell’anima, il videogioco uscì nel 2008 in Giappone e nel 2009 in America.

La savana aperta di Afrika.

In uno slancio di anacronistica particolarità, Afrika si proponeva di portare il giocatore all’interno di una spedizione fotografica in una locazione fittizia della savana. L’obiettivo era prendere il concetto che fu di Pokémon Snap nel 1999, per portarlo ad un altro livello, eliminando i percorsi prefissati e buttandosi a capofitto in qualcosa di più ambizioso e vasto.

Antilope Snap.

Il giocatore, dopo aver scelto se giocare con l’avatar maschile o femminile, viene catapultato nel campo base nella inesistente Manyanga Conservation Area. Apprese dalla guida alcune basi del gioco, si inizia a fare sul serio.

Afrika propone al giocatore una ambiente open world, ricco di fauna da fotografare in completa libertà, mentre si scorrazza in giro con una jeep. Dalla classica savana con zebre e giraffe, alle zone rocciose con rettili e suricati, alle paludi con ippopotami e gru. Dal campo base si ricevono missioni principali e secondarie, consistenti ne fotografare precisi animali in precisi momenti.

La caccia del ghepardo è una missione evento.

Da bravi fotografi dovremmo esplorare, capire quali posti sono idonei a quali animali, appostarci se serve e stare attenti che la fauna non ci malmeni. Per farlo, oltre alla jeep, il gioco ci permette di acquistare e potenziare il nostro equipaggiamento, con foto-trappole, obbiettivi e nuove macchine fotografiche.

Non mancano missioni notturne e momenti scriptati in cui seguiremo delle scene iconiche come la caccia del ghepardo e la migrazione degli gnu, cercando al foto più spettacolare. Seguendo infine le tracce di un animale estinto, avremo il finale del gioco, scoprendo che nel cuore dell’Africa incontaminata c’è anche più di ciò che sembra.

Fotografia e criticità.

Nella meticolosa ricerca di ricreare l’esperienza completa del safari, Afrika metteva in campo delle notevoli chicche di game design. In primis una buona simulazione della fotografia professionale, permettendo di poter accedere ai settaggi manuali delle fotocamere. Poi un open world realizzato affinché ci fosse differenziazione, progressione e animali con una routine coerente. Infine una buona varietà di missioni con tanto di chicca di trama finale e possibilità di fare la foto di copertina per il prossimo numero di National Geographic.

Graficamente Afrika ha alti e bassi.

Chiaramente Afrika è ben lungi da essere un gioco perfetto. Se graficamente, chiudendo gli occhi sulle texture non eccelse, si potevano vedere animazioni e paesaggi molto belli, tecnicamente il gioco mostrava dei difetti tragicomici.

Tra jeep dalle velocità supersoniche che permettevano di colpire la fauna, animali di cemento che facevano piantare la jeep sul posto, ambienti in cui si poteva rimanere incastrati, voti delle foto abbastanza sbilanciati, equipaggiamenti troppo potenti o troppo inutili, animali programmati male o buggati, spesso e volentieri si rideva involontariamente. Ma era parte del fascino di un gioco unico che è stato proposto al pubblico forse troppo presto.

Un gioco di ieri perfetto per oggi.

Pensando alla situazione odierna del videogioco, un momento dove anche il “padre” di Afrika, Pokémon Snap, torna sul mercato con un nuovo capitolo, viene facile pensare un gioco del genere, avrebbe tutt’altra visibilità e tutt’altro successo. Soprattutto su PC, dove giochi più sperimentali e strani escono in continuazione.

Le tecnologie odierne verrebbero usate per migliorare l’ambiente open world, la routine degli animali i paesaggi, la simulazione fotografica. Verrebbe inserita una connessione ai social per condividere le foto che vengono fatte nel gioco e introduzioni di nuove aree e animali con espansioni a pagamento. Senza contare le mod degli utenti.

Poter condividere le proprie foto sarebbe stato un grosso vantaggio per Afrika.

Anche i problemi tecnici, i bug e le criticità del gioco sarebbero potute passare in secondo piano. Tra release in early access e patch correttive, il gioco poteva proseguire in un cammino alla Game As A Service.

Afrika invece è un gioco del 2008, uscito su PS3. Un gioco grezzo, fatto con poco, ma che sa dare tanto. Una piccola perla di divertimento che cercava di fare qualcosa di diverso e di particolare. Un esperimento stravagante che ha saputo comunque dare qualcosa al mondo dei videogiochi nel suo piccolo.

E ora vi siete immaginati mentre lavorate come fotografi di animali selvatici nella savana africana? Se si, riaccendente le vostre Playstation 3 e fatevi un giro in Afrika. Non ve ne pentirete.

GT