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Le nostre redattrici consigliano: preferiti 2021 edition

Per Pop-Eye questo 2021 è stato un anno speciale.

Abbiamo rivoluzionato la nostra piattaforma, ampliato (e non poco) la nostra redazione e creato sottobanco un mega-progettone per il 2022.

Vogliamo quindi festeggiare il 2021 con una magica lista di preferiti di alcune delle nostre redattrici vecchie e nuove.

Zerocalcare e l’Armadillo.

Se non trasparisse, sì, Strappare lungo i bordi (di cui, tra l’altro, abbiamo parlato qui e qui) ci è piaciuta molto e anche È stata la mano di Dio ha fatto breccia nei nostri cuoricini.

Eccovi, dunque, i preferiti del 2021 di cinque delle nostre redattrici:

Beatrice

Coordina Cinema e Serie Tv. Se avete letto un articolo su donne depresse che hanno un aborto, donne depresse che immaginano storie d’amore o donne depresse che sono immaginate in storie d’amore, molto probabilmente è suo.

Cristina

È una delle colonne portanti di Libri e Fumetti. Dal fantascientifico al romanzo storico, spaccia consigli di lettura anche in altri luoghi ameni.

Simona

Principale rifornitrice di pezzi per Serie Tv. Oltre a pezzi su serie di culto, da grande amante della musica e del mondo della traduzione, Simona ci ha regalato riflessioni su colonne sonore e doppiaggi.

Eleonora

Dalla saggistica ai romanzi meno scontati, Eleonora scrive rivelando un occhio ricercato e mai banale.

Lara

Lara è la nostra ultima aggiunta. Ancora inedita, in attesa di leggerla per Pop-Eye, si racconta anche in altri splendidi luoghi.

Film preferiti 2021

Commento stringato per i malpensanti: no, Sorrentino non ci ha dato un euro. Commento per Sorrentino: contattaci che ti giriamo l’IBAN.

Beatrice: Per quanto riguarda le uscite cinematografiche, questo è stato un anno molto ricco e scegliere fra i preferiti 2021 non è cosa semplice. Ho deciso, quindi, di scegliere il film al quale mi sono ritrovata a pensare più spesso e la mia scelta non è potuta che ricadere su Una donna promettente.

Con Emerald Fennell alla regia e Carey Mulligan nelle vesti di angelo vendicatore, questo film è una mina.

Una donna promettente.

I temi trattati sono estremamente contemporanei e il rischio di scivolare nella banalità era sopra le stelle. La Fennell, però, è veramente abile nel manovrare i tropi cinematografici e suscitare la sorpresa nello spettatore: siamo di fronte all’esordio di una giovane regista che sa come fare il suo lavoro.

Cristina: Green Knight per me è gioiellino.

David Lowery prende, rimaneggia e stravolge la storia di Galvano e il Cavaliere Verde restituendoci non un’avventura cavalleresca quanto piuttosto un viaggio di formazione di un ragazzo vanaglorioso.

Serve un po’ di attenzione così da non perdersi qualche utile dettaglio ma la fotografia impeccabile vi conquisterà.

Simona: È stata la mano di Dio. Lo so, basta solo nominarlo il nome di Sorrentino, o anche solo iniziare a digitarlo per far esplodere faide non sponsorizzate tra adulanti e detrattori. Io però il film l’ho visto e devo dire che mi è piaciuto davvero molto.

Sullo sfondo di una Napoli in grande spolvero e targata anni ’80 prende corpo una storia di vita vera, crudele e stronza come quella fuori dai film.

Sì, siamo lontani anni luce dai fasti e dalle esagerazioni de La grande bellezza e di The young Pope ma Sorrentino non tradisce la sua penna e disegna con la sua malinconia sbavata un circo di personaggi vividi, che fanno venire voglia di infilare la mano nello schermo per toccarli e, forse, consolarli.

Tra gli archi di sorrentiniana fattura, troviamo anche la componente mistica, rappresentata nell’opera con le figure di San Gennaro e il monaco bambino. È interessante notare come, anche in questa pellicola, la fede non si collochi in una posizione netta. Credenze popolari, fascinazione quasi filosofica e razionalità si esibiscono in un balletto ai piedi del Santo, lasciando lo spettatore di fronte all’annoso quesito se Sorrentino ci è o semplicemente ci fa.

Anche se il titolo potrebbe far pensare, e sicuramente ci è riuscito, ad un film mezzo tributo e mezzo documentario su Diego Armando Maradona, durante la visione ci si accorge che è una sorta di barbatrucco, l’appiglio narrativo intorno al quale si muovono le vicende raccontate.

Senza metterci qui a spaccare il capello in quattro sul presunto crollo del cinema italiano e su come si stava meglio quando c’era solo Rai uno e i film erano solo in bianco e nero, concludo dicendo che È stata la mano di Dio non è di certo un capolavoro ma è un film sincero, che commuove, fa pensare ed emozionare. Si, esatto, proprio come i racconti di un vecchio zio durante un mega pranzo di famiglia. Assaggiar – ehm vedere, per credere.

Sorrentino facci er bonifico.

Eleonora: È stata la mano di Dio, attesissimo film di Paolo Sorrentino che per la prima volta porta sul grande schermo la sua storia personale. Candidato e vincitore di diversi premi europei, sarà presente agli Oscar 2022 come miglior film internazionale. La coppia Sorrentino-Servillo è ormai una garanzia, mentre il protagonista, Filippo Scotti, ricorda un po’ il Timothée Chalamet di Chiamami col tuo nome; ma non è necessariamente una pecca, e comunque sono adolescenti degli anni ’80. Troviamo la Napoli di quegli anni, la Napoli di Maradona venerato come un dio, simbolo di riscatto che accomunava tutti i napoletani di qualsiasi classe sociale. Film malinconico con un finale luminoso.

Lara: Freaks Out, diretto da Gabriele Mainetti.
Parto dicendo che, da inesperta di film, non avevo ancora visto Lo chiamavano Jeeg Robot e non avevo idea di cosa aspettarmi, e ammetto che l’idea di un film italiano mi spaventa sempre un po’. Sono uscita dalla sala a bocca aperta e sono rimasta così per qualche minuto. Pazzesca la trama, ma anche i ritratti psicologici dei personaggi, il filo non così sottile che lega quella Roma invasa dai nazisti al nostro presente.

Serie TV preferite 2021

Commento stringato per i malpensanti: no, neanche Zerocalcare ci ha dato un euro.

Per Zerocalcare: Michele, ti amiamo.

Beatrice: Carrellata di serie d’animazione: quest’anno è uscita l’ultima stagione di F is for Family, la quinta di Big Mouth, la quinta di Rick e Morty e il secondo volume di Love Death and Robots (di cui abbiamo parlato qui). Se, come me, l’animazione per adulti è tutto ciò di cui avete bisogno per trascorrere un giovedì sera a ridere sguaiatamente (o piangere, dipende dai casi), di materiale ne abbiamo.

Se, però, avete già visto tutto questo e volete qualcosa di nuovo, trovate The Great North su Disney Plus, non resterete delusi.

Cristina: Arcane vince su tutta la linea tra le serie Tv, imperdibile e stupenda sotto tutti i punti di vista.

Arcane.

L’animazione che unisce CGI e disegni a mano lascia senza fiato, così come è ottima la storyline, la caratterizzazione dei personaggi e il worldbuilding. Degne di nota anche le musiche e non passa di certo inosservata la presenza degli Imagine Dragons che hanno fatto uno splendido lavoro. 

Simona: Alzi la mano chi vorrebbe Zerocalcare come migliore amico! E no, non è solo perché quel povero figlio ha bisogno di buttare le merendine ed iniziarsi al culto del carboidrato, ma anche e soprattutto perché Strappare lungo i bordi è un piccolo gioiellino in un mare di serie tutte uguali che quasi mai riescono a raccontare qualcosa di nuovo.

Il segreto di cotanto e meritato successo non sta solo nel seguito di fedelissimi che seguono la matita di Michele ma anche, e soprattutto, nel fatto che non ha trasformato se stesso per entrare nel mostro brutto e cattivo dello streaming: ha semplicemente traslocato dalla carta a Netflix.

La romanità di Zerocalcare non è pacchiana e non si rifugia nella volgarità perché non ha altre soluzioni linguistiche. Alterna termini importanti allo slang di quartiere senza eccedere mai, senza snaturarsi mai.

Il vero regalo però, è che così, con semplicità, è riuscito a rendere bella la malinconia permanente che accomuna una certa categoria di anime.

Lara: Strappare lungo i bordi, Zerocalcare. Lo so, lo so, ormai il dialetto romano a velocità 2x e le citazioni di questa serie vi usciranno dalle orecchie. Ma non ci posso fare niente, Zerocalcare è il mio fumettista del cuore da sempre e per sempre, e con questo lavoraccio per Netflix (per qualche backstage simpatico leggete Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia) ha superato le mie aspettative, che sono sempre altissime per quanto riguarda i fumetti, ma che avevo cercato di trattenere per questo nuovo progetto. Alla fine sono stata troppo felice di trovare anche nella serie tutti gli elementi che solitamente mi fanno amare le sue opere: il senso di immedesimazione coi personaggi che si ha a prescindere da sesso o classe sociale, tematiche pesanti e riflessioni profonde inframezzate dai drammi quotidiani più scemi tipo la scelta della pizza, e quella bellissima sensazione che si prova a capire di non essere soli a non sapere bene come strappare lungo la linea.

L’uomo delle castagne.

Eleonora: L’uomo delle castagne, di Søren Sveistrup con Danica Curcic e Mikkel Boe Følsgaard, disponibile su Netflix e ambientata in Danimarca, Copenaghen. Thriller in perfetto stile nordico, ambientazione inquietante e cupa, omicidi efferati e omini di castagne come unico indizio. Alla trama centrale si legano diverse sotto-trame che rendono difficile per lo spettatore individuare il possibile serial killer. I personaggi sono ben caratterizzati e ognuno con un proprio passato fatto di ombre.

Libri preferiti 2021

Commento per tutti: occhio, qui attentiamo ai vostri portafogli.

Beatrice: Un titolo troneggia indiscusso nelle mie letture di quest’anno: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, è, probabilmente, la mia cosa preferita di questa lista.

Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata.

Questa raccolta di racconti, edita da Einaudi, è unica nel suo genere.

Partorita dalla prolifica (santa, sacrosanta) mente di Raphael Bob-Waksberg, autore di Bojack Horseman, pur essendo a tratti demenziale (e bella proprio per questo) è anche un libro in cui tutti possono sentirsi raccontati (e bella anche per questo).

Non lo dico per dire: io, donna di 25 anni, mi sono ritrovata a camminare con questo volumetto in mano e a riconoscere la stessa copertina rosa nelle mani di un uomo davanti a me, sui 45 anni e, probabilmente, un’esperienza di vita totalmente diversa dalla mia.

Cristina: Quest’anno, per fortuna (o sfortuna del portafoglio) le uscite nel panorama letterario sono state parecchio interessanti tra novità e attese ri-pubblicazioni.

Ma tra tutte, Vita Nostra dei coniugi Dyachenko è stata la lettura che più mi ha coinvolta tra temi complessi, arguti dialoghi e un’atmosfera da Dark Academia.

Eleonora: Cronorifugio di Gospodinov pubblicato in Italia da Voland, si è guadagnato il Premio Strega Europeo 2021. Gospodinov è nato in Bulgaria ed è uno dei più interessanti scrittori nel panorama europeo.

Il bizzarro protagonista, viaggiatore nel tempo, inaugura una clinica in Svizzera per aiutare chi ha perso la memoria a recuperare i propri ricordi. In poco tempo arriveranno alla clinica non solo i malati ma anche chi cerca consolazione in un passato migliore che ponga fine alla miseria del presente. La situazione sfuggirà talmente di mano che in tutta Europa sarà indetto un referendum: ogni nazione potrà scegliere in quale epoca tornare a vivere. Un libro distopico ma contemporaneo, mai come in questo periodo fatto di un presente incerto e di un futuro che si fatica a vedere, il passato diventa l’unica certezza e un cronorifugio sembra la soluzione migliore. Leggere Gospodinov è un viaggio onirico, necessario e intimo.

Lara: Il tempo di tornare a casa, Matteo Bussola.
Da progettista edile a fumettista e scrittore. Ma soprattutto sognatore, preparatore di buonissimi sughi e papà di tre bambine. Sin dal suo esordio come scrittore con il romanzo Notti in bianco, baci a colazione, Matteo Bussola è diventato un po’ il mio “guru della bellezza delle piccole cose”, che sono essenza e fondamento di tutti i suoi scritti. Il tempo di tornare a casa è una raccolta di racconti con un intreccio particolare e sorprendente, legati da un filo non sempre visibile e accomunati da un setting tanto amato dallo scrittore: le stazioni dei treni. È qui che molte storie cominciano e tante altre finiscono ed è qui dove, secondo Bussola, si danno i baci più belli. Uno scrittore con un buffo cappello giallo e i suoi personaggi, un figlio che scappa e un padre che lo cerca ma forse cerca più sé stesso, una coppia in crisi e un coniglio sempre più grande, un nonno e una nipote che si vedono per la prima volta: sono alcuni dei protagonisti di queste brevi storie, in cui è davvero facile trovare uno o più pezzetti di noi, sparsi tra le pagine.

Fumetti preferiti 2021

Commento per chi vuole: ri-occhio, avete già speso troppo dopo aver letto le nostre raccomandazioni per libri.

Beatrice: Murder Ballads, edito da Mondadori, è il mio fumetto di quest’anno. Ispirati alle ballate che tutti abbiamo canticchiato almeno una volta in vita nostra, questi cinque racconti a fumetti Micol Arianna Beltramini e Daniele Serra mettono nero (e rosso) su bianco le storie che vi stanno dietro.

Se siete amanti della musica, amanti del true crime o, semplicemente, amanti del brivido, non potete perdervi questa lettura.

Cristina: Inutile negarlo, il fumetto dell’anno per me Monstress 5. Una storia sempre più appassionante accompagnata da disegni meravigliosamente dettagliati. Se cercate un graphic novel che unisca steampunk a elementi fantasy e horror, con Monstress non potete sbagliare.

Ma il 2021 è stato anche l’anno in cui mi sono riavvicinata ai manga dopo anni di assenza. Si ringrazia Frieren Oltre la fine del viaggio, una storia dai toni malinconici che affronta il tema della morte e dell’importanza degli affetti.

Troppo facile amarti in vacanza.

Lara: Troppo facile amarti in vacanza, Giacomo Bevilacqua.
Una ragazza di cui non sappiamo nulla, se non il nome, abbandona una stanza e lascia un biglietto. Insieme al suo cane Follia viaggerà attraverso un’Italia post-apocalittica, in cui la libertà ha lasciato il posto alla violenza, alla paura e all’egoismo. Le persone si chiudono in casa, hanno paura di chi non assomiglia a loro.
Così come aveva fatto in Attica, l’autore porta in uno scenario apparentemente fantastico temi estremamente attuali. Ma qui si percepisce un’urgenza ancora maggiore, arriviamo alle ultime pagine col fiato sul collo, con la spaventosa consapevolezza che un futuro del genere potrebbe non essere così immaginario, se le cose non cambiano. Pieno di rabbia, ma soprattutto di speranza, e con dei disegni meravigliosi in cui Roma e Firenze sembrano vive, e ogni sensazione tangibile.

Videogiochi preferiti 2021

Appello a te, Nostro Lettore Modello: Nostro Lettore Modello, lo sappiamo cosa stai pensando: “è ovvio che di cinque donne ce ne sia solo una che ha raccomandato un videogioco”. Dai, Nostro Lettore Modello, lo sappiamo entrambi che sei meglio di così.

Cristina: A mani basse vince It Takes two.

It takes two.

Gameplay esaltante che cambia di scenario in scenario per introdurre dinamiche sempre nuove e divertenti, un game design di ottimo livello e una buona caratterizzazione per un videogioco che non smette di stupire.

Preferiti 2021 bonus

Commento esplicativo: sì, le canzoni le avete già sentite su TikTok.

Beatrice: non rientrando (in senso stretto) fra nessuna delle categorie di cui scriviamo su Pop-Eye, una delle cose più belle che ho visto quest’anno non può avere spazio sul blog, ma sarebbe criminale concludere questa lista senza includere INSIDE (che non è questo Inside), di Bo Burnham.

Bo Burnham.

A metà fra uno speciale comico Netflix e il delirio di un uomo chiuso in casa, INSIDE vi farà fare risate amare e vi accompagnerà ben oltre il 2021.

Il 2021 è stato un fiume in piena di uscite dopo un anno di siccità.

Ciò che l’arte ci insegna, fra le altre cose, è che dall’esperienza si impara e queste produzioni non sono intrattenimento fine a se stesso ma messaggi critici e attuali, ricordi dolorosi finalmente rielaborati, valori universali trasposti su vari media e, sì, anche un bel po’ d’intrattenimento.

BV, CC, SL, ER e LDC